Dune I by Frank Herbert

Dune I by Frank Herbert

autore:Frank Herbert [Herbert, Frank]
La lingua: ita
Format: epub
Google: rXYdGATpigsC
editore: Fanucci
pubblicato: 2010-12-30T18:33:47+00:00


«La mia donna è affacciata alla finestra,

dolce profilo nel riquadro di vetro.

Nel crepuscolo rosso e dorato

Si piega verso di me, mi porge le braccia...

Vieni a me...

Vieni a me, innamorata dalle dolci braccia.

Per me...

Per me, innamorata dalle dolci braccia».

Il cantore s'interruppe, allungò il braccio bendato e chiuse gli occhi all'uomo sulla lettiga.

Halleck trasse un ultimo accordo dal baliset e pensò: Ora siamo settantatré.

Per molta gente è difficile capire la vita familiare dell'Harem Reale, ma io cercherò di darvene una visione condensata. Mio padre, ne sono convinta, aveva un solo, vero amico: il Conte Hasimir Fenring, l'eunuco genetico, uno dei più temibili guerrieri dell'impero. Il Conte, un uomo piccolo, brutto e vivace, presentò un giorno a mio padre una nuova schiava concubina, e io fui mandata da mia madre a spiare la cerimonia. Noi tutte spiavamo mio padre, per proteggerci. Certo, una schiava concubina concessa a mio padre in base all'accordo fra il Bene Gesserit e la Gilda non poteva generare un Successore Reale, ma i loro intrighi continuavano instancabili, ossessionanti e sempre uguali. Mia madre, le mie sorelle e io ci eravamo ormai abituate a evitare i più sottili strumenti di morte. Può sembrare orribile a dirsi, ma non sono sicura che mio padre fosse del tutto estraneo a questi tentativi di morte. Una Famiglia Reale è diversa dalle altre. Dunque, dicevo, c'era questa nuova schiava concubina, snella, graziosa, rossa di capelli come mio padre. Aveva i muscoli di una danzatrice, e certamente la neuroseduzione faceva parte del suo addestramento. Era in piedi, davanti a mio padre, nuda, e lui la guardò a lungo, prima di dichiarare: «È troppo bella. La riserveremo per un dono». Non avete idea della costernazione che questa sua decisione creò nell'Harem Reale. L'astuzia e l'autocontrollo non erano, forse, minacce mortali per noi tutte?

da «Nella mia casa paterna», della Principessa Irulan



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