Elogio della sculacciata by Jacques Serguine

autore:Jacques Serguine [Serguine, Jacques]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fiction, Erotica, General
ISBN: 9788886534369
Google: zmaZAAAACAAJ
editore: ES
pubblicato: 1997-03-15T14:47:02+00:00

II

QUANDO

Ritengo che risulterà subito evidente l’importanza, in materia di sculacciate, di sapere in quali momenti e con quale periodicità conviene darle.

Ritengo inoltre che gli esempi da me forniti, e da cui si potrebbe esser tentati di trarre delle indicazioni generali, non siano efficaci.

Ho parlato delle numerose sculacciate date a Michèle, e soprattutto di una che ho potuto infliggere a mia moglie. Ma il mio intento era soprattutto di scrivere la mia storia della sculacciata, intendo dire come sia giunto a concepirne l’idea, e a farne l’elogio. Per cui, se anche i miei esempi fossero efficaci, lo sarebbero essenzialmente solo per me: parlo qui delle modalità e non di ciò che è essenziale. E devo precisare perché non sono esempi efficaci neppure per me stesso.

Sculacciavo Michèle in situazioni di insofferenza o di crisi. Ho poi riferito di aver sculacciato mia moglie in una circostanza, qualunque fossero gli altri elementi e le altre componenti di ciò che ci lega, in cui mi aveva snervato, esasperato. Ebbene, la maggior parte delle costanti osservabili nel fascio ondeggiante di ciò che unisce, ma che dunque può anche separare, un uomo e una donna, si oppone apertamente al fatto che ci si serva della sculacciata in tali momenti, o in tali circostanze: diversamente sarà un atto pericoloso, e quasi sicuramente nocivo, invece di essere benefico. Per quale motivo?

Sono sfortunatamente ancora una volta costretto a ricorrere a una terminologia un po’ troppo medica. Sono infatti convinto che la sculacciata deve esser preventiva, e non curativa. Mi si capirà, o almeno lo spero. Intendo dire che se la sculacciata cura, lo fa sempre prima di quei momenti o di quelle circostanze di cui ho appena parlato, e sulla lunghezza temporale che è la durata dell’amore. Ma non può curare dopo, ossia quando una divergenza, un’offesa, un incidente o una discussione la farebbero considerare come un rimedio urgente. La sculacciata non è mai un rimedio. L’ho detto, lo ridico: è solo uno dei gesti dell’amore. E come ogni altro gesto può essere alterato, degradato, e si può corromperne l’uso, profanarne il senso. Se nella lingua francese, anche volgare, esiste un’espressione che, su di me, ha sempre avuto un effetto singolarmente emetico, è precisamente quella, con tutto ciò che suggerisce, di «riconciliazione sul guanciale». Nella mia vita ho commesso molte sciocchezze, molte scorrettezze. Ma spero di non essere mai caduto così in basso da voler fare l’amore con lo scopo di imbavagliare una donna, di trionfare su di lei o di umiliarla.

Ebbene, la stessa cosa va detta della sculacciata. Come l’amore, viene prima di ogni altra cosa; se viene dopo, perde tutto il suo senso. Non può dipendere da un moto di stizza. Deve nascere da un sentimento, non da un risentimento.

Sto sempre parlando di obblighi morali. Ce ne sono altri, di carattere più psicologico. Per esempio, il fatto di ricorrere alla violenza, sia pure con il consenso di chi la subisce, in una situazione già violenta in se stessa, significa gettare olio sul fuoco, e rischiare di oltrepassare la

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