Enola Holmes. Il caso della dama sinistra by Nancy Springer

Enola Holmes. Il caso della dama sinistra by Nancy Springer

autore:Nancy Springer
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788851183424
editore: De Agostini
pubblicato: 2020-10-07T00:00:00+00:00


CAPITOLO

DECIMO

Una donna anziana vestita con una camicia modesta e rispettabile, e una gonna, mi aprì la porta quando bussai, e sembrò sorpresa, ma non inorridita, di trovare una persona che piangeva sull’uscio di casa.

«È… a casa… il… signor Holmes?» chiesi tra un singhiozzo e l’altro. Avevo dimenticato di usare un accento consono al mio aspetto («signor ’Olmes»), ma siccome piangevo forse non si sarebbe accorta di nulla.

«Dio la benedica, mia cara, è appena uscito.» Avvolgendosi in uno scialle per trattenersi a parlare con me, quella donna dai capelli argentei, la signora Hudson, dimostrò di avere un animo buono. Ovviamente conoscevo la padrona di casa grazie agli scritti del dottor Watson, ma ricordai di non chiamarla per nome.

Gemetti: «Ma… ma io… devo vederlo stasera».

«Non so quando tornerà, signorina.»

«Non mi interessa. Mi trovo in un… un tale dilemma. Aspetterò.»

«Ma potrebbero volerci ore.» Tremando nonostante lo scialle, fece qualche passo indietro verso l’interno della casa, preparandosi a chiudere la porta. «Perché non torna più tardi?»

«Aspetterò.» Piagnucolando, mi lasciai cadere sul gelido gradino d’entrata.

«Dio la benedica, mia cara, non può aspettare lì. Si congelerà, venga, venga dentro.»

Come avevo sperato, mi condusse al piano superiore e mi fece accomodare nel soggiorno di mio fratello.

«Cielo» mormorai davanti al disordine, abbassando la guardia per la sorpresa; non mi ero mai avventurata nell’appartamento di uno scapolo prima di quel momento. Sapevo, ovviamente, dagli scritti del dottor Watson, che avrei trovato del tabacco (nella punta di una pantofola persiana, nientemeno!) e un violino (strumento e archetto abbandonati senza cura su una sedia), lettere infilzate sulla mensola del camino con un coltello a serramanico, fori di proiettile nelle pareti, e così via. Ma non ero preparata a ciò che non avrei trovato. Nessun fiore, nessun cuscino di pizzo. Nessuna gonna plissettata sulle sedie.

Essere uomo, apparentemente, significava non avere la capacità di essere donna.

La signora Hudson fece una smorfia alla vista dei libri e dei fogli sparsi ovunque. «Il signor Holmes è ordinato nel vestirsi e nella cura della persona, ma non nel tenere la sua casa» lo difese. «È un vero gentiluomo. Qualunque sia la sua difficoltà, signorina, farà del suo meglio per aiutarla e non si preoccupi se non potrà pagarlo.»

Le sue parole mi fecero venire le lacrime agli occhi, perché, nonostante il suo tentativo di imbrogliarmi, volevo pensare il meglio di mio fratello.

«Mi vuole dare la giacca, signorina?» Cominciò a levarmela dalle spalle.

«No!» Mi strinsi attorno l’impermeabile, perché nascondeva il vestito eccessivamente elegante di Ivy Meshle. «No, grazie» mi corressi. «Ho freddo.»

«Be’, signorina, allora si sieda.» La cara vecchietta spostò una pila di giornali dalla poltrona vicina al focolare affinché mi potessi accomodare. «Le porterò del tè.» Se ne andò, tutta affacendata.

Non appena sentii la porta chiudersi dietro di me, saltai su e raggiunsi la scrivania di mio fratello il più silenziosamente possibile, sbattendo spazientita le palpebre per liberare gli occhi dalle lacrime. Con la vista sfocata esaminai una pila di fogli, ma non trovando ciò che cercavo, li gettai da parte.

Sulla superficie ora libera della scrivania vidi solo l’usuale lampada e gli strumenti per scrivere.



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