Essere nel sogno by Florinda Donner

Essere nel sogno by Florinda Donner

autore:Florinda Donner [Donner, Florinda]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2012-04-19T09:34:21+00:00


ed ella ripeté che non era possibile vedere il nuovo nagual quella notte.

“Perché no?” chiesi, meravigliata. “Sono sicura che lui vorrebbe vedermi.”

Spensi la luce e giacqui immobile sulla mia amaca, cullata dai rumori

“Sono certa che vorrebbe”, prontamente acconsentì. “Ma sta della casa, strani scricchiolii e il gocciolio dell’acqua che proveniva dormendo profondamente e non puoi svegliano.” Era un rifiuto così da un filtro di terracotta fuori dalla mia stanza.

crudele che tutto quello che riuscii a fare fu fissarla ammutolita.

Bruscamente mi alzai a sedere mentre lungo il corridoio Florinda guardò a lungo il pavimento, poi mi fissò. La sua echeggiava un inconfondibile rumore di passi. “Chi potrebbe essere a espressione era triste. Per un istante credetti che avrebbe ceduto e mi quest’ora?” pensai. Attraversai in punta di piedi la stanza e appoggiai avrebbe portato a trovare Isidoro Baltazar. Invece, con tagliente l’orecchio alla porta. I passi erano pesanti. Il cuore mi batteva veloce e fermezza, ripeté: “Temo che tu non possa vederlo stanotte.” Fretto-forte mentre i passi si avvicinavano. Si fermarono di fronte alla mia losamente, come se temesse di potere ancora cambiare idea, mi ab-porta. Quel bussare aveva un carattere d’urgenza e sebbene lo stessi bracciò e mi baciò e poi lasciò la stanza. Spense la luce all’esterno, aspettando, mi fece trasalire. Balzai indietro rovesciando una sedia.

poi si girò nell’ombra del corridoio per guardarmi e disse: “Vai a

“Hai avuto un incubo?” chiese Florinda entrando nella stanza.

dormire ora.”

Lasciò la porta semiaperta e la luce del corridoio illuminò l’interno.

“Pensavo saresti stata felice di udire il suono dei miei passi” disse Restai sveglia e agitata a rigirarmi per ore. Infine, poco prima del-ironicamente, sorridendomi. “Non volevo piombarti addosso all’im-l’alba mi alzai e indossai i vestiti che Florinda mi aveva portato. Mi provviso.” Raddrizzò la sedia e appoggiò un paio di pantaloni kaki ed andavano bene, tranne i pantaloni, che dovetti stringere ai fianchi con una camicia sullo schienale. “Regali del custode. Dice che puoi un pezzo di corda, poiché non mi ero portata una cintura.

tenerli.”

Con le scarpe in mano, scivolai nel corridoio superando la stanza

“Tenerli?” ripetei, guardando i vestiti sospettosamente.

del custode, fino all’entrata sul retro. Facendo attenzione ai cardini Sembravano puliti e stirati. “Cosa c’è che non va nei miei jeans?”

cigolanti, aprii la porta con cautela e soltanto in una fessura. Fuori era

“Ti sentirai più a tuo agio con questi pantaloni durante il lungo ancora buio, tuttavia un azzurro dolce e splendente si stava dif-viaggio fino a Los Angeles”, disse Florinda.

fondendo attraverso il cielo a oriente. Corsi verso l’apertura ad arco

“Ma io non voglio partire!” gridai allarmata. “Resterò qui fino a nel muro di cinta, fermandomi un attimo accanto ai due alberi che, che tornerà Isidoro Baltazar.

all’esterno, costeggiavano il sentiero. L’aria era carica della fragranza Florinda rise, poi, notando che stavo per piangere, disse: “Isidoro dei boccioli d’arancio. Qualunque dubbio potessi ancora avere sul Baltazar è tornato, ma se desideri puoi rimanere ancora.”

fatto di attraversare il chaparral svanì non appena vidi che sul terreno

“Oh! No, non voglio”, dissi avventatamente. L’ansietà che avevo era stata sparsa della cenere fresca.



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