Europa romanza by Lorenzo Tomasin

Europa romanza by Lorenzo Tomasin

autore:Lorenzo Tomasin [Tomasin, Lorenzo]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Einaudi
pubblicato: 2021-02-24T12:00:00+00:00


Nello stesso parlamento di Londra, d’altra parte, proprio a partire dall’inizio del Quattrocento si assiste a una progressiva e rapida ascesa dell’inglese, che per molti decenni si alterna al francese (prima dominante assieme al latino) anche all’interno degli stessi testi: si tratta appunto di quel francese giuridico che anche dopo la moderna scomparsa del francese come lingua di uso comune delle classi elevate in Inghilterra continuerà a lasciare cospicue tracce, fino a improntare di sé ancora oggi il registro burocratico e quello giuridico dell’inglese, saturi di elementi che risalgono alla terminologia del periodo che stiamo evocando. Le vicende della guerra dei cent’anni ebbero, certo, un ruolo importante nella scelta politica di favorire l’inglese – o meglio di limitare l’uso del francese – da parte britannica negli ambienti della diplomazia: ma condotte come quelle del già citato Enrico V, che rifiuta il francese (lingua che pure doveva esser ben nota sia a lui sia al suo entourage) nei negoziati seguenti alla battaglia di Azincourt (1415) appaiono come gesti politicamente marcati e non del tutto coerenti con il reale assetto linguistico dell’aristocrazia inglese dell’epoca18.

Sarebbe riduttivo descrivere il processo come una semplice sostituzione con l’inglese – rimasto a lungo nel rango di varietà bassa – di un francese prestigioso e largamente impiegato, nella lingua scritta come in quella parlata, durante il Medioevo. La tentazione di considerare il declino quattrocentesco dell’anglo-francese – parallelo a quello del latino – come «morte di una lingua», della quale l’inglese avrebbe semplicemente approfittato, va in effetti respinta tenendo presente che è spesso fuorviante applicare con troppa disinvoltura categorie culturali moderne alle situazioni antiche.

Se è vero, in effetti, che la commistione delle tre lingue di cui abbiamo parlato per l’Inghilterra bassomedievale somigliava per alcuni aspetti ad alcune realtà odierne, è però la stessa nozione di lingua a sé – quasi ovvia e irriflessa per i parlanti di lingue moderne standardizzate – a dover essere revocata in dubbio per simili contesti medievali. Come ha scritto il già citato David Trotter, uno dei migliori studiosi del mistilinguismo inglese medievale, «il fatto che per un parlante moderno il francese e l’inglese siano completamente distinti non significa che fra Tre e Quattrocento l’anglo-francese e il medio inglese fossero considerati nello stesso modo dai contemporanei»19. La formula può apparire ai limiti del paradosso, ma la nozione di parlanti bilingui e la coscienza della distinzione di due codici separati sono inevitabilmente condizionate, ai nostri tempi, dal consolidarsi di istituti culturali e di frontiere linguistiche che si sono definite nel frattempo, dopo periodi piú o meno lunghi di incubazione.

L’anglo-francese, dunque, non muore semplicemente: piuttosto, si discioglie progressivamente nell’inglese mutandone completamente la sostanza e facendone, tra le lingue germaniche per origine e struttura, la piú poderosamente ibridata da elementi romanzi: che tale ibridazione avvenga prevalentemente a livello del lessico – inclusa la morfologia lessicale, visto che vari prefissi, suffissi e in generale formanti d’origine romanza restano stabilmente produttivi nell’inglese – non deve indurre a sottovalutarla. In realtà, come vedremo nelle pagine che seguono, il francese non è



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