Exit West by Mohsin Hamid

Exit West by Mohsin Hamid

autore:Mohsin Hamid [Hamid, Mohsin]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fiction, General
ISBN: 9788858425527
Google: cp-xDgAAQBAJ
editore: Giulio Einaudi Editore
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


Otto

La complessità della rete elettrica londinese era tale che qualche sprazzo di luminosità notturna persisteva anche nella zona di Saeed e Nadia, nelle proprietà ai margini del quartiere, vicino alle transenne e ai posti di blocco delle forze armate governative, e in sacche sparse che per qualche motivo erano difficili da disconnettere, e in alcuni rari edifici dove dei migranti ingegnosi si erano allacciati abusivamente a una linea dell’alta tensione ancora attiva, rischiando di morire fulminati e in alcuni casi restandoci secchi per davvero. Quasi ovunque però, intorno a Saeed e Nadia, era buio.

Quand’erano a Mykonos non c’era molta luce, ma la corrente arrivava ovunque ci fossero fili elettrici. Nella città da dov’erano fuggiti, quando la corrente era andata via, era andata via per tutti. A Londra invece c’erano ancora zone luminose come sempre, piú luminose di qualunque altro luogo Saeed e Nadia avessero mai visto, e il bagliore si alzava fino al cielo e veniva riflesso dalle nuvole, perciò le aree buie della città sembravano ancora piú buie, di un buio pregno di significato, un po’ come nell’oceano le zone piú scure sono dovute a un brusco inabissarsi del fondale e non a una minore illuminazione dall’alto.

Dalla Londra buia, Saeed e Nadia si domandavano come fosse la vita nella Londra luminosa dove, immaginavano, la gente cenava in ristoranti di lusso e si spostava su lucidi taxi neri, o quantomeno andava a lavorare in un ufficio o un negozio, ed era libera di spostarsi come le pareva. Nella Londra buia, la spazzatura si accumulava senza che nessuno la raccogliesse, e le stazioni della metropolitana erano chiuse. I treni però continuavano a passare, saltavano le fermate vicine a Saeed e Nadia ma li si sentiva rombare sotto i piedi, una frequenza bassa e potente, quasi subsonica, come un tuono, o lo scoppio di una grande bomba in lontananza.

Di notte, nell’oscurità, mentre i droni, gli elicotteri e i palloni spia si aggiravano a intermittenza nel cielo, ogni tanto scoppiava una rissa, e c’erano anche omicidi, stupri e aggressioni. Alcuni nella Londra buia davano la colpa a provocatori nativisti. Altri davano la colpa ad altri migranti, e cominciavano a spostarsi, come carte ridistribuite dopo che un mazzo è stato mescolato, riaggregandosi con quelli come loro, il simile col simile, o meglio l’apparentemente simile con l’apparentemente simile, tutti quelli con lo stesso cuore, tutti quelli della stessa squadra, tutti i sudanesi, tutti gli honduregni.

Saeed e Nadia non si spostarono, ma la loro casa cominciò lo stesso a cambiare. Fin dall’inizio i nigeriani erano stati il piú numeroso fra i tanti gruppi di residenti, ma ora di tanto in tanto una famiglia non nigeriana se ne andava da qualche altra parte, e quasi sempre il suo posto veniva preso da altri nigeriani, e cosí la loro casa cominciò a essere considerata una casa nigeriana, come anche i due edifici limitrofi. I nigeriani piú anziani fra gli abitanti di quelle tre case si riunivano nel giardino della proprietà alla destra di quella di Saeed e Nadia, in quello che chiamavano il consiglio.



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