f2b34c7185275c4909d6c1e7ead8ef32 by Unknown

autore:Unknown
Format: epub

67. Un giorno, conoscendo che dottori e farisei andavano dicendo in giro ch’egli scacciava i demoni con l’aiuto del principe dei demoni, s’irritò: «Se io scaccio i demoni con l’aiuto di Beelzebub, con quale aiuto li scacciano i vostri discepoli? Ma se invece li scaccio per la potenza di Dio, ciò significa che il regno di Dio vi sta piombando addosso».

Proprio cosí disse, che ci stava piombando addosso – tremenda imminenza – però lasciava a noi – faceva sempre cosí – la responsabilità di districare la premessa: se i demoni li scacciasse per la potenza dell’Altissimo, o di qualcun altro.

In quel clima di esaltazione collettiva, pareva che tutti fossero piú o meno in grado di scacciar demoni, e in virtú di chi o di che cosa fossero in grado di farlo era questione piuttosto controversa, o futile, tanto che, per credere in lui – nel Rabbi – non pochi chiedevano altri segni.

Tra i chiedenti, s’intende, dottori e farisei, i quali, ad un certo momento, gli dissero apertamente: «Rabbi, vogliamo che tu ci dia un segno».

S’arrabbiò: «Razza infedele e adultera, perché chiedete un segno? Nessun segno vi sarà dato».

Voleva significare che la sua presenza, il suo aspetto, la sua voce e lo sguardo sarebbero dovuti essere segni sufficienti per credere che lui era. In fin dei conti, disse, agli abitanti di Ninive era bastato l’annuncio di Giona per cambiar vita: che cosa, quale segno pretendevano ora costoro, dal momento ch’essi avevano davanti qualcuno che era ben piú di Giona?

Parlava soprattutto per me, naturalmente, benché il segno di solito non lo chiedessi proprio a lui, bensí all’Eterno, ma pareva che ormai dovesse essere la stessa cosa. Non c’era pietà, né comprensione, per il mio angosciato interrogare. Perché te ne stai lontano? Perché ti nascondi in tempi tanto difficili?

Disse: «Non si accende una lampada per metterla in un armadio o sotto un recipiente: la si colloca nell’ingresso perché chi entra veda la luce».

Era lui la lampada nell’ingresso e io avrei dovuto vedere la luce con la forza del mio spirito. Invece non sapevo rinunciare all’altero diritto di capire.

Cosí mi cercò con lo sguardo e me lo tenne addosso: «Sta’ attento che la luce in te non sia oscurità».

Non era giusto. Io potevo avere ben poca luce in me, ma chi poteva dire che non ci fosse oscurità anche in lui? Che cosa, oltre il suo potere d’incantamento, la sua bravura nel far camminare gli storpi, nel dare la vista ai ciechi e l’udito ai sordi, nello scacciare demoni in abbondanza, che cosa oltre questo lo indicava come l’Unto? Tu fai testimonianza da te stesso, gli avevano rinfacciato i dottori di Gerusalemme. Perché tanto restio al rischio di dare un segno inequivocabile, di potenza o vanità?

Segni non ne dava.

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