Fare ascoltare cambiare. Trasformare il corpo e la mente con il Metodo Feldenkrais by Sebastiano Borella

autore:Sebastiano Borella [Borella, Sebastiano]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Psychology, General, Self-Help, Affirmations
ISBN: 9788868339371
Google: 4e62EAAAQBAJ
editore: Ponte alle Grazie
pubblicato: 2023-04-06T22:00:00+00:00

Basil, il maestro che ti raggiunge esattamente dove sei

Basil Glazer è un uomo alto e voluminoso. Ma è leggero, e ha una sua consistenza particolare. Sì, per noi insegnanti Feldenkrais le persone hanno tra i loro tratti distintivi, come il volto o la voce, anche una particolare consistenza. Mi è capitato di tornare a lavorare con allievi dopo moltissimi anni senza riuscire a ricordarli, e poi riconoscerli cominciando a toccarli. Recentemente, per esempio, ho riconosciuto una signora solo dalla enigmatica sensazione che mi provocava il sentirle la schiena con le dita, ossia di non riuscire a toccarla davvero.

Basil è chiaro di carnagione, di capelli e di occhi. Si veste sempre allo stesso modo: camicia azzurra o grigia, e pantaloni di forma e colore neutri e opachi. Deve avere molti vestiti tutti uguali, perché è sempre lindo e odora di pulito. La sua vicinanza fisica trasmette un senso di spaziosità e leggerezza, e una vaga luminosità, una sorta di trasparenza.

Basil è colui che ho eletto a mio maestro di Feldenkrais.

È riservatissimo, non so nulla della sua vita privata. Ma non ho mai incontrato nessuno, né prima né dopo, che abbia saputo raggiungermi nello stesso modo. Sono brevi momenti in cui arriva lì, esattamente dove sei tu. Dice una cosa, di solito, o fa un gesto, che lasciano una traccia per mesi o anni.

All’inizio del 1996 ho ricevuto la mia prima lezione da lui. Durante il nostro breve colloquio preliminare gli avevo raccontato che ero musicista e suonavo la viola. L’ho rivisto poi nel luglio 1998, due anni e mezzo più tardi. Era ospite come trainer del mio corso di formazione e alla fine del primo giorno mi sono fatto coraggio e sono andato a salutarlo, intenzionato a spiegargli chi ero, e fargli sapere che ero contento di rivederlo. Eravamo un gruppo di ottanta persone provenienti dai quattro angoli del mondo e lui stesso arrivava da un periodo di insegnamento in Australia: dopo qualche minuto di coda, viene il mio turno, lui mi guarda senza nessuna sorpresa e, prima che io apra bocca, mi fa: «Ciao Sebastiano, sono molto contento di vederti. Hai portato con te la tua viola?» L’ha fatto con una naturalezza e una semplicità assolute. Il modo immediato, amichevole e dettagliato con cui si ricordava di me mi ha dato un piccolo shock.

Per molti anni Basil è venuto a Milano a tenere un corso di una settimana per insegnanti e seminari aperti al pubblico. Siamo all’inizio di uno di questi seminari e lui si sta preparando a cominciare la giornata. Non siamo in città, ma nell’hinterland, quasi in campagna. C’è molta gente, forse cinquanta o sessanta persone. Si sta mettendo a punto l’impianto di amplificazione per la voce, alcuni stanno lavorando per completare l’iscrizione dei partecipanti, altri per trovare spazio per tutti sul pavimento. C’è anche un gruppo con difficoltà di movimento, quasi tutti sono in carrozzina e sono arrivati accompagnati. Basil si accorge che alcuni di questi accompagnatori si sistemano su delle sedie in attesa di riportare indietro i loro assistiti alla fine della giornata senza partecipare al seminario.

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