Fede e critica by Guido Morselli;

Fede e critica by Guido Morselli;

autore:Guido Morselli; [Morselli, Guido]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788845975431
editore: edigita
pubblicato: 2014-07-23T00:00:00+00:00


Certo, allorché la conversione avviene ‘per contatto’, è, molto spesso, anche o soprattutto suggestione. Lo spettacolo dei sentimenti altrui ha un’efficacia ben nota: l’amore che qualcuno ci porta favorisce il destarsi in noi di un affetto simile, rivolto a quella o magari a una diversa persona; senza dire che la fede religiosa che vediamo negli altri è, ai nostri occhi, una validissima prova indiretta del divino, dei suoi poteri e virtù. La pratica dell’apostolato (e nessuno potrebbe rimproverarglielo) fa largo assegnamento su questi fatti; i quali hanno inoltre il merito di prestarsi al pittoresco sentimentale: ed ecco perché la letteratura, la letteratura moderna, del fenomeno di cui parliamo conosce quasi soltanto gli aspetti suggestivi. Primo dei moderni, anche in questo lato, Petrarca si converte o almeno fa proposito di convertirsi, per la commozione suscitatagli da un luogo delle Confessioni letto casualmente durante l’ascesa al Monte Ventoux, e ci dà poi di questa sua avventura un resoconto, che potrebbe considerarsi il prototipo del frammento autobiografico a sfondo religioso e ‘intimista’.

Un altro esempio letterario celebre è fornito dai capitoli XXI-XXIII dei Promessi Sposi. Il ravvedimento dell’Innominato e il suo ritorno alla fede, incominciano e si svolgono per intero sul piano emotivo. Non solo, ma su codesto piano i motivi interni – l’ambascia del rimorso, l’immagine paurosa dell’aldilà (pura immagine, notate) che lo trattiene all’ultimo momento dal suicidio – formano appena la preparazione. Le cause determinanti agiscono dal difuori. Intanto, il contegno di Lucia prigioniera, che non cessa un attimo di confidare nella protezione celeste, e lo fa vedere col più commovente dei linguaggi. Poi, l’accorrere dei valligiani per la visita del Cardinale, ossia lo spettacolo della religione come slancio collettivo. Infine, l’acceso zelo apostolico di Federigo, ossia la fede che cancella i limiti dell’individuo per tendere alla cristiana unione delle anime. A smuovere il suo personaggio, Manzoni ha riunito e messo in opera le espressioni più vistose, anche in senso letterale, e più comunicative, della religiosità. Il suo Innominato non ha da riflettere, da ragionare; non può che cedere al soverchiante influsso dell’ambiente, abbandonarsi al torrente di emozioni che si rovescia sopra di lui.90

Questa caratterizzazione, se è comprensibile, perché risponde alle esigenze di un tipo di letteratura e al clima di un’epoca, non esaurisce la realtà del fenomeno che chiamiamo conversione. Un autore cristiano di altri tempi, diciamo un contemporaneo di sant’Agostino, non avrebbe concepito che la fede potesse insorgere, o risorgere, come puro pathos, che si apprende all’animo e lo conquide. Bisognava che l’intelligenza fosse attivamente partecipe: bisognava che l’individuo comprendesse (e non soltanto sentisse) di dover aderire. Né mancavano a quei tempi gli uomini di azione e di passione, come quelli che piacquero al romanticismo d’ogni tendenza. Si pensi allo stesso Agostino, personalità in cui si sono viste tante analogie colla tempra romantica. Ma la sua, se poté essere in parte una conversione da contatto e suggestione, fu accompagnata, e seguìta, da uno strenuo impegno intellettuale.



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