Ferro e fuoco by Romano De Marco

Ferro e fuoco by Romano De Marco

autore:Romano De Marco
La lingua: ita
Format: epub
editore: Mondadori
pubblicato: 2011-01-06T16:00:00+00:00


27

Zona lungotevere Flaminio, 16 marzo 2006, ore 23.05

— Ecco, puoi sistemarti sul divano letto. Di là c’è la camera di Shin, ma stanotte si ferma in palestra.

— A Rinà, scusa, ragioniamo un momento.

— In cucina c’è parecchia roba, mangia qualcosa e fatti una dormita. Domattina, prima di venire in procura, passa a farti cambiare quella fasciatura.

— Oh, ti fermi un attimo? Non mi va di starmene comodo a casa tua mentre vai in giro a rischiare la vita. Non funziona così tra noi due, e lo sai.

Ferro guarda l’amico negli occhi e abbozza un sorriso. — Non so che farmene di un vecchio istruttore degli ausiliari rincoglionito, e per giunta ferito.

— Rincoglionito l’accetto, ma vecchio un paio di palle.

— Dai, Elio, una commozione cerebrale non è una stronzata. Devi riposarti, domani mi servi in forma, sarà un’altra giornata di merda.

— Ti dispiacerebbe dirmi almeno dove hai intenzione d’andare, adesso?

— Non vado a cercare Sanchez, stai tranquillo. Quando lo farò voglio che ci sia tu a coprirmi le spalle. Ho una questione da regolare, poi mi riposerò anch’io qualche ora. Ci vediamo domattina in procura e chiudiamo questa storia una volta per tutte, come ai vecchi tempi.

Cianfrocca sa bene che il tono del capitano non ammette repliche. — Va bene, contaci. Come ai vecchi tempi.

Il maresciallo segue con lo sguardo l’amico uscire dall’appartamento.

— Cerca di non farti ammazzare, Supermèn — sussurra in direzione della porta.

Laura è alla guida della sua auto, una Polo nera, quando il suo cellulare squilla. Ha un sussulto che la riporta al presente, distraendola dai suoi pensieri. — Damiani.

— Laura, sono Giorgia. Ho le informazioni che mi hai chiesto.

Il vicequestore Giorgia Angelini è una sua compagna di Accademia. Lavora per l’Interpol, distaccata presso il ministero dell’Interno, e ha accesso a documentazioni riservate riguardanti criminali internazionali.

— Ti ascolto — risponde Laura.

— Spero che non stiano intercettando il tuo cellulare o finiamo nei guai tutte due.

— Più probabile che intercettino il tuo, sei tu quella importante.

— Emilio Sanchez è un cittadino colombiano. Cinquantasette anni, nato a Cartagena. È un pezzo grosso del cartello di Medellìn, incaricato di tenere i rapporti con gli acquirenti italiani.

— Continua.

— Negli ultimi sette anni è stato segnalato spesso a Roma, sempre sotto falsa identità. Parla bene la nostra lingua e ha diversi contatti con la mala organizzata.

— Dimmi qualcosa di utile.

— Ci sto arrivando… Quattro anni fa il suo nome venne citato nel rapporto riservato su un blitz condotto dal reparto operativo dei carabinieri in una villa sull’Aventino. In quell’operazione perse la vita suo figlio, Carlos Sanchez, di ventisei anni. Pare che il ragazzo stesse facendo affari per conto proprio con un malvivente locale abbastanza noto, un certo Tullio Falasca.

— Cristo.

— Laura, nell’operazione era coinvolto…

— Lo so, Rinaldo Ferro,

— Già, proprio così. Pare sia stato lui a uccidere il figlio di Sanchez.

— D’accordo. Giorgia, mi sei stata di grande aiuto, ti devo un favore.

— Me ne devi parecchi, se è per questo. Facciamo così, tu cerca di rimanere viva per i prossimi cinquant’anni e possiamo considerarci pari, va bene?

— Ci proverò, ma non t’assicuro niente.



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