Filippo Tuena - Memoriali sul caso Schumann (2015) by Unknown

autore:Unknown
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2017-01-16T16:00:00+00:00

Li ho decifrati ed è apparsa questa parola:

LUDWIG

Sulle prime ho pensato a Beethoven. Alla sua passione per il monumento di Bonn che nelle sue gite in città non mancava mai di visitare. Poi ho avuto un'illuminazione. Sapete, è il nome del suo figlio maggiore. Dunque ho pensato che provasse nostalgia per quel fanciullo sempre così taciturno. So che adesso la madre lo ha mandato in un collegio, lontano da casa. Clara non è in grado di badare a tutti i figli, ha ripreso i concerti, le tournee. Forse è venuto a saperlo e se ne dispiace.

L'incontro non ha prodotto altre novità. Ho provato a giocare ma Schumann s'era distratto e non sembrava più interessato al gioco. La sua attenzione è sempre molto labile, mi dicono.

Carissimo John,

dallo scorso agosto Schumann ha sostituito il domino con gli atlanti geografici. Nel mese di aprile, aveva chiesto in una lettera di poterne ricevere uno che aveva avuto in regalo tempo fa. È stato esaudito e adesso è chino sui disegni della Terra e delle montagne. Immagina viaggi, credo. Oppure, puntigliosamente, ne rammenta altri, fatti anni addietro. Quando gli ho chiesto la ragione di questa sua nuova passione, ha faticosamente (ormai parla con difficoltà) risposto: per attraversare l'Ellesponto. Osservarlo mentre col dito segue questi fantastici itinerari mi fa venire sempre in mente la prima delle sue Scene d'infanzia: Di uomini e paesi misteriosi.

Contemporaneamente comincia a stilare un incredibile catalogo dei concerti che ha tenuto nel corso della sua vita.

Caro John,

dunque tra un paio di mesi si parte. Vengo a Londra, a cambiare aria. Nuova orchestra, nuova vita. Qui lascio ruderi, occasioni mancate, affetti perduti. A fine aprile sono tornato a Endenich, per salutarlo. Non so se mi ha riconosciuto. Ha borbottato qualcosa - ormai parla in maniera totalmente incomprensibile e il colloquio (quello tradizionale, a parole) è a questo punto impossibile. Probabilmente dovrò cercare le altre soluzioni che sapete.

Il giardino della clinica era in fiore e lui aveva il solito mazzolino di stagionali che teneva stretto in mano e che ogni tanto avvicinava al naso. Era l'unico gesto che compiva volontariamente, credo. Lo sguardo vagava altrove. Forse ha provato a evadere, in una maniera inaspettata e feroce. Ma forse c'è riuscito.

Prima della prossima estate ci vedremo a Londra, mi aiuterete a trovare un alloggio economico e mi condurrete nella casa di Jermyn Street dove si tengono le sedute. Proverò a mettermi in contatto con lui. L'eventualità di un contatto non mi spaventa (esiste anche questa possibilità). Non riesco a non pensare che le cose da dire ancora sono molte e che lui potrebbe, trovando il modo, raccontarcele.

Delle altre questioni che mi allontanano da qui, degli strappi e dei dolori dell'animo forse parleremo a voce, davanti a una birra. A questo servono gli amici: ad ascoltare i fallimenti e le occasioni che non abbiamo saputo cogliere.

Diletta Elise,

parto. Troppe le angosce che mi legano a Düsseldorf, a Bonn e alla Germania in generale perché io possa rimanere in questa terra. Concluso il contratto come primo violoncello con l'orchestra di Dresda, non l'ho rinnovato.

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