Filosofia by Julian Baggini

Filosofia by Julian Baggini

autore:Julian Baggini
La lingua: ita
Format: epub
editore: Vallardi
pubblicato: 2019-08-27T16:00:00+00:00


• Impulsi religiosi

Uno dei motivi per cui molti si stupiscono della sopravvivenza della religione è che costoro la considerano anzitutto come la credenza che esista un dio, o che ci sia il paradiso, o che gli esseri umani abbiano immortali anime immateriali, o che Dio abbia ispirato o dettato i testi sacri, o che ci siano stati dei miracoli capaci di resuscitare delle persone, e così via. Se nessuna di queste credenze risulta vera in senso letterale (e chi lo crederebbe nel XXI secolo?), allora la religione è semplicemente una falsità, che andrebbe abbandonata come altri infantilismi.

Questo sconcerto sottovaluta tanto la stupidità quanto l’intelligenza della gente: stupidità perché ci sono un sacco di persone che credono alle più assurde versioni letterali delle loro varie religioni senza nemmeno rendersi conto del perché facciano a pugni con il buon senso; intelligenza perché ci sono anche persone che credono se non a tutti almeno ad alcuni di questi dogmi tradizionali, le quali colgono benissimo gli elementi di conflitto con la scienza e la storia contemporanee, ma riescono a trovare delle mediazioni che non possono essere liquidate come banalmente ignoranti. Il fatto stesso che ci siano credenti di grande intelligenza dimostra che la sopravvivenza della fede religiosa non può essere attribuita puramente alla stupidità umana.

In ogni caso la religione non si limita a una serie di dottrine, dato che può essere anche una pratica, uno stile di vita, una comunità morale e sociale, in cui riti, testi e storie possono giocare un ruolo importante, senza che si debba per forza ritenerli reali vicende storiche o alternative alla scienza. È fondamentalmente un malinteso pensare che i testi e dogmi religiosi siano asserzioni sulla realtà fattuale del mondo anziché, piuttosto, allusioni a «verità spirituali».

Ma questo che cosa significa esattamente? Negli ultimi decenni, nella scia di Wittgenstein si è spesso sostenuto che il linguaggio religioso vada inteso in maniera diversa da quello della scienza o della storia: qualunque cosa significhi un’espressione come «sangue di Cristo» durante la comunione, di certo non indica la presenza di emoglobina. Analogamente non è detto che «vita eterna» designi l’identica prosecuzione dei singoli individui dopo la morte del corpo, alludendo invece magari a una forma di esistenza in connessione con ciò che trascende le particolarità di spazio e tempo per partecipare ai valori universali. Perfino parlare di «Dio» potrebbe fare riferimento a un eterno principio di amore anziché a un’entità reale.

Questa prospettiva viene spesso definita religione «non realista», in quanto sostiene il valore e l’importanza della religione pur negando l’esistenza effettiva di divinità, paradisi e di ogni altro elemento soprannaturale. Forse è vero che la maggior parte dei credenti è stata e rimane convinta che Dio sia reale e che almeno alcuni dei dogmi religiosi siano veri in senso letterale; ma anche se chi si inginocchia in chiesa a pregare crede che Dio sia in qualche maniera una persona pronta ad ascoltare, il motivo per cui la preghiera riveste un ruolo tanto importante nella sua vita potrebbe stare nel fatto che offre un rituale per la riflessione morale e un’apertura verso l’eterno.



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