Foe by J. M. Coetzee

Foe by J. M. Coetzee

autore:J. M. Coetzee
La lingua: ita
Format: azw3, mobi, epub
Tags: Foreign Languages, Contemporary Fiction, Italian, Foreign Language Fiction, Literature & Fiction
editore: EINAUDI
pubblicato: 2015-06-22T22:00:00+00:00


Parte terza

La scala era buia e sordida. Quando bussai, il colpo riecheggiò come nel vuoto. Ma bussai ancora e udii uno strascicare di passi, e da dietro la porta una voce, la voce di lui, bassa e guardinga. – Sono io, Susan Barton, – annunciai. – Sono sola, con Venerdí –. Al che, la porta si aprí ed egli mi fu davanti, lo stesso Foe che avevo visto la prima volta in Kensington Row, ma piú magro e scattante, come se in lui la circospezione e un’alimentazione frugale fossero una cosa sola.

– Possiamo entrare? – dissi.

Si scostò, e noi entrammo nel suo rifugio. La stanza era illuminata da un’unica finestra, dalla quale entrava il sole pomeridiano. Dava a nord, sui tetti di Whitechapel. Il mobilio consisteva in un tavolo, una sedia e un letto mal rifatto; su un angolo era tirata una tenda.

– Non è come la immaginavo, – dissi. – Mi aspettavo una coltre di polvere sul pavimento e un’atmosfera tetra. Ma la vita non è mai come ce l’aspettiamo. Un autore, ricordo, ha scritto che dopo la morte potremmo ritrovarci non tra cori angelici bensí in un luogo del tutto ordinario, come per esempio un bagno pubblico in un pomeriggio torrido, con i ragni che sonnecchiano negli angoli; al momento ci sembrerà una qualsiasi domenica in campagna, e solo piú tardi ci renderemo conto di essere nell’eternità.

– È un autore che non ho letto.

– L’idea mi è rimasta dentro sin dall’infanzia. Ma sono venuta a chiedere di un’altra storia. La storia vera di noi sull’isola, come procede? È ormai scritta?

– Procede, ma con lentezza, Susan. È una storia lenta, una storia vera e lenta. Come siete arrivati qui da me?

– Solo grazie alla buona sorte. Al Covent Garden, dopo che io e Venerdí siamo ritornati da Bristol (vi ho scritto delle lettere sulla strada per Bristol, le ho con me, ve le darò), ho incontrato la vostra governante, la signora Thrush. Ella ci ha mandato dal ragazzo che fa le commissioni per voi con un segno da cui capire che di noi poteva fidarsi, ed egli ci ha condotti a questa casa.

– È un’ottima cosa che siate venuta, poiché devo sapere dell’altro su Bahia che soltanto voi potete dirmi.

– Bahia non fa parte della mia storia, – ribattei, – ma lasciate che vi dica quel che so. Bahia è una città che sorge sulle colline. Per trasportare le merci dal porto ai magazzini, i mercanti hanno teso un cavo, con tanto di carrucole e argano. Per tutto il giorno, dalle strade si vedono merci imballate scorrere in alto lungo il cavo. Le strade brulicano di gente intenta ai propri affari, schiavi e uomini liberi, portoghesi, negri, indi e meticci. Ma è raro vedere in giro donne portoghesi. E questo perché i portoghesi sono molto gelosi. Hanno un detto: nel corso della sua vita, una donna può lasciare casa propria solo in tre occasioni: per il battesimo, per le nozze e per il funerale. Una donna che esce liberamente è considerata una meretrice.



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