Frammenti urbani by Vittorio Magnago Lampugnani

Frammenti urbani by Vittorio Magnago Lampugnani

autore:Vittorio Magnago Lampugnani [Lampugnani, Vittorio Magnago]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Bollati Boringhieri editore
pubblicato: 2020-04-01T22:00:00+00:00


Alfred Grenander, chiosco di giornali, Berlino, Leipziger Platz, 1905 circa.

Dal 1924 i chioschi berlinesi furono gestiti non più dalla società di Stilke, ma dalle singole amministrazioni distrettuali. Di conseguenza, sia l’offerta sia l’aspetto dei chioschi si andarono differenziando. Alle tradizionali strutture in ferro si aggiunsero quelle in legno o in pietra, e oltre ai giornali venivano proposti in vendita biglietti per il teatro, tabacchi, souvenir e alimenti. Se già nel 1922 sul Kurfürstendamm erano stati costruiti due tempietti a pianta circolare con tetto a punta rivestito in ardesia, tra le cui otto colonne erano installate le vetrine dei giornali, le due costruzioni gemelle si ritrovarono ben presto a far parte di una serie di microarchitetture simili ma più leggere, che animavano lo sfarzoso boulevard berlinese. Particolarmente appariscenti erano la cassa del Teatro Reinhardt-Bühnen, con il suo tetto piatto aggettante composto da tre gradini rovesciati, e il padiglione informativo trasparente costruito da Paul Mahlberg, architetto e grafico specializzato nella progettazione di spazi espositivi. Come simbolo della città a misura di auto che la Berlino del dopoguerra si preparava a diventare, tra il 1954 e il 1956 fu realizzato un chiosco particolare all’angolo tra il Kurfürstendamm e la Joachimsthaler Straße. Si trattava di una combinazione di edicola, cabina telefonica, ingresso alla stazione metropolitana e cabina di controllo del traffico stradale, il tutto completato con orologi sui lati; in questa costruzione stravagante, progettata da Werner Klenke e Werner Düttmann, una doppia colonna in cemento armato sostiene una cabina asimmetrica schermata in vetro, che a sua volta sormonta il tetto arditamente aggettante del basamento in calcestruzzo. La costruzione è ancora oggi al suo posto, ma la cabina di controllo è ormai da tempo inutilizzata.

Tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo la rilevanza architettonica dei chioschi crebbe soprattutto nelle città dell’Europa settentrionale. Nel 1890 Josef Stübben pubblicò un manuale di urbanistica esaustivo e di grande risonanza, in cui scriveva che i chioschi servissero «non soltanto come ristoro del viandante, ma anche come abbellimento delle strade».2 Come illustrazione principale scelse quella di un chiosco di Francoforte sul Meno caratterizzato da un uso massiccio della muratura, pesanti decorazioni e un tetto dalla verticalità vertiginosa in cui sono inseriti quattro giganteschi quadranti di orologio pubblico.



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