Fuori dal mondo by Ragnar Jónasson

autore:Ragnar Jónasson [Jónasson, Ragnar]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Marsilio Editori spa
pubblicato: 2019-10-22T22:00:00+00:00

24

Era passato appena un minuto dall’inizio del secondo concerto per pianoforte di Rachmaninov quando il cellulare squillò. Ari Þór era steso sul divano nella sua casa in Eyrargata. Voleva riposare un po’ prima di doversi inventare qualcosa da mangiare per quella sera. Il frigorifero non offriva molto. Avrebbe apprezzato una pizza consegnata a domicilio, ma in quei giorni era fuori questione. Il virus aleggiava su tutto come un incubo.

Siglufjörður era ancora in quarantena. Si diceva che non ci fosse più alcun rischio, dato che non si erano manifestati altri casi e che le persone venute in contatto con le due vittime erano tenute scrupolosamente monitorate. Ma le autorità preferivano aspettare. E Tómas approvava. «Sarebbe imperdonabile se altri venissero infettati per la nostra impazienza» aveva detto ad Ari Þór. In ogni caso, un prolungamento di qualche giorno dell’isolamento era un sacrificio sopportabile.

Ari Þór puntò i gomiti e si sollevò. Era un peccato interrompere un concerto, a teatro o a casa. Quello poi non l’aveva mai sentito dal vivo, nonostante avesse seguito con regolarità l’orchestra sinfonica quando sua madre ne faceva parte. Dopo la sua morte aveva preferito evitare, perché ogni occasione avrebbe rinnovato il dolore della perdita e troppi ricordi.

Guardò il cellulare, poi abbassò il volume. Era la giornalista. Forse era meglio risponderle. Fino a quel momento gli era stata utile, anche se ormai aveva capito che l’intervista non gliel’avrebbe mai fatta.

«Buongiorno» disse lei cordialmente. «Ho sentito che la quarantena sta finendo.»

«Non si contano altri casi, al momento» disse lui, sforzandosi di non pensare a Sandra.

«Mi fa piacere» disse lei, ma si capiva che non le importava granché. «Sei pronto?»

«Pronto?»

«Per l’intervista» disse lei, impaziente. «Il servizio andrà in onda domani sera, avrai qualche minuto per esprimere la tua opinione. Vorrei concludere con un taglio personale.»

«Meglio ancora se leggero e divertente» disse lui, acido.

«Appunto.»

«Ti ricordo che sono morte due persone.»

«La gente muore di continuo» ribatté lei in tono neutro ma allo stesso tempo così pregnante che Ari Þór provò una sensazione sgradevole.

«D’accordo, allora cominciamo.»

«Hai un altro telefono, un fisso, su cui possa chiamarti?»

«No, ho solo il cellulare.»

«Allora ce lo faremo bastare. Ti sento bene. E comunque non ti tratterrò a lungo. Non sono riuscita a preparare le domande. È sparito un bambino qui da noi, oggi.»

«Sì, l’ho sentito. Terribile. Ci sono stati sviluppi?»

«Non saprei, i tuoi colleghi non vogliono parlare. C’era un’atmosfera strana in redazione, come se tutti contassero i minuti nell’attesa di una buona notizia. Perché i casi come questo di solito si risolvono, con un lieto fine, vero?»

Ari Þór non aveva risposte.

«Come va con il ragazzino della foto?» chiese lei dopo un breve e imbarazzato silenzio. «L’hai trovato?»

Ari Þór esitò un attimo. «No. Però oggi l’ho visto.»

«Oggi?»

«In un vecchio filmato» disse lui. Le raccontò brevemente della gita nell’Héðinsfjörður e delle conversazioni con il reverendo Eggert e con Delía.

«Il fratello di Maríus non ha riconosciuto il ragazzino» disse lei, più a sé che ad Ari Þór. «Quindi non faceva parte della famiglia.»

«Non della famiglia di Maríus e Nikulás, almeno» disse Ari Þór, sbrigativo, mentre il concerto continuava in sottofondo.

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