Fuori dal sistema by Luigi de Magistris

Fuori dal sistema by Luigi de Magistris

autore:Luigi de Magistris [de Magistris, Luigi]
La lingua: ita
Format: epub
editore: EDIZIONI PIEMME
pubblicato: 2022-09-05T12:00:00+00:00


Il processo lampo

Avevano preparato il campo di battaglia per farmi fuori come un toro con le banderillas nell’arena. L’arena istituzionale era il CSM, e questo risultava grottesco visto che il CSM è l’organo che i costituenti vollero per garantire autonomia e indipendenza della magistratura e per rendere effettiva la separazione dei poteri anche con riguardo alla progressione in carriera, la valutazione di professionalità, gli incarichi direttivi e i procedimenti disciplinari. Il ministro chiese il mio allontanamento dalla Calabria con urgenza, che comportava anche l’effetto immediato di interrompere le indagini sul ministro stesso e sul presidente del Consiglio. Il Consiglio superiore della magistratura fissò l’inizio del processo per i primi di ottobre. Il clima si fece sempre più infuocato, ma io dovevo continuare a lavorare come se nulla fosse. L’attenzione mediatica crebbe in modo impressionante. Si parlava sempre più di “caso de Magistris”. Di lì a pochi giorni mi tolsero anche l’indagine Why Not.

Nel frattempo, le sollecitazioni a raccontare pubblicamente quello che stava accadendo si fecero sempre più forti. Fino a quel momento avevo tenuto un profilo molto basso, perché avevo sempre evitato di intervenire pubblicamente sul lavoro che stavo svolgendo. Ora era diverso, perché stavano per farmi fuori e dovevo dire quello che stava accadendo. Molta propaganda tendeva infatti a farmi passare per un folle, uno spregiudicato, un PM che addirittura commetteva fatti illeciti. Il ribaltamento della verità. Del resto, è obiettivo tipico dei regimi insinuare il dubbio nell’opinione pubblica, annientando la reputazione del bersaglio, portando la gente a mettere in discussione l’integrità morale della persona in questione, chiedendosi: “Chi lo sa questo che ha fatto?”.

Ebbi l’occasione, in particolare, di poter intervenire a una puntata della trasmissione Annozero che Michele Santoro dedicò integralmente a quello che stava accadendo a Catanzaro. Ero indeciso se partecipare o meno. Sapevo che andando in tv avrei aggravato la mia posizione e avrebbero usato anche questo contro di me, ma sapevo anche che il sistema aveva già deciso la mia fine, e intervenire significava far conoscere la verità al paese. Devo dare atto a Michele Santoro e a tutti quelli che all’epoca lavoravano con lui alla trasmissione di aver fatto un lavoro ottimo sulla Calabria. Si soffermarono più giorni sul territorio, intervistarono persone, approfondirono. Svolsero insomma un lavoro di inchiesta e cronaca scrupoloso.

Partecipai in collegamento alla trasmissione del 4 ottobre 2007, da casa. Ero molto teso, ma di fondo avevo una grande serenità d’animo. In studio c’erano anche Salvatore Borsellino e Clementina Forleo, giudice di Milano che mi sostenne tantissimo, a sua volta vittima di azioni gravi da parte del sistema. Dalla trasmissione uscirono a pezzi governo e Associazione nazionale magistrati.

Dopo la puntata di Annozero, fu sempre più evidente al paese quanto fosse sporca l’azione istituzionale contro di noi. Ormai c’era uno schieramento ben preciso, o almeno questa era la sensazione; le istituzioni da una parte e la gente dall’altra. Il sistema si organizzava per una durata rapida del processo e ovviamente per una mia condanna. La procura generale della Cassazione avallò in toto la posizione del governo.



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