Fuori programma by Bruno Gambarotta

Fuori programma by Bruno Gambarotta

autore:Bruno Gambarotta [Gambarotta, Bruno]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Manni
pubblicato: 2023-05-14T22:00:00+00:00


Il Torino è morto

A partire dai 12 anni di età, non ho più voluto interessarmi al calcio giocato dagli altri. Non me ne importa niente, sono contento quando la Nazionale è tagliata fuori dai Mondiali, così la vita non si ferma per due settimane.

Fabio Fazio mi voleva ospite nel suo programma Quelli che il calcio della domenica pomeriggio dove gli invitati erano lì in quanto fedeli fino alla morte a una squadra. Dovendo indicarne una mi sono ricordato che da bambino tifavo per il Torino. Il 4 maggio 1949 stavo per compiere 12 anni, ero seduto su un gradino all’ingresso del negozio di mia madre e tanto per cambiare stavo leggendo, probabilmente l’ultimo numero di “Confidenze”, quando nel negozio ha fatto irruzione una cliente e con voce affannata ha dato l’annuncio: «La radio ha detto che è morto il Torino».

Era la vedova Basso. Tutti i pomeriggi andavo a casa sua per aiutare il figlio Ettore, mio compagno di classe, a fare i compiti. Ettore era un ragazzo traumatizzato (lo dico adesso, allora non conoscevo quella parola, forse neanche si usava). La famiglia Basso abitava in una villa in collina. Nel pomeriggio di uno degli ultimi giorni di guerra un colpo vagante di mortaio aveva centrato la terrazza, uccidendo il padre e ferendo gravemente il fratello, mentre Ettore, rimasto illeso, per lo spavento era rimasto quasi muto. Io ero uno dei pochi con i quali parlava. Trascorrevo volentieri i pomeriggi in quella casa perché si facevano delle merende spettacolose.

Morto il Torino ho detto basta, non voglio più tifare per una squadra che poi da un momento all’altro non c’è più. Ma devo essere stato bravo a impersonare il ruolo del tifoso del Torino nella trasmissione di Fazio perché da quella ospitata il marchio mi è rimasto appiccicato. Sono in bicicletta, fermo a un semaforo in attesa del verde, un’auto si affianca, cala il finestrino dal lato destro, parte un grido: «Bruno!» Mi volto e quello domanda: «Ce la faremo?» Non ho bisogno di chiedere “A fare cosa”, lo so già, di volta in volta è: “A salvarci dall’andare in serie B” oppure “A non farci battere dai gobbi”. Rispondo sempre: «Sì, ce la faremo» e così sono tutti contenti.



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