Giù Al Sud by Pino Aprile

Giù Al Sud by Pino Aprile

autore:Pino Aprile [Aprile, Pino]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Popular Culture, Social Science
ISBN: 9788858505335
Google: qh5fI5w4J2cC
Amazon: B0060HU1BK
editore: Edizioni Piemme
pubblicato: 2011-10-24T22:00:00+00:00


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IL DITO E LA LUNA

«Pino presidente!» (non mi si dice di che), scandiscono in piazza, dopo una presentazione di Terroni, in Calabria, e in un teatro in Puglia e in altre occasioni. Prospettiva imbarazzante, visto che la siglia (P.P.) parrebbe la pubblicità di un diuretico.

La butto sullo scherzo: «Non ho i requisiti: sono incensurato, calvo non catramato, non vado a trans con auto di servizio né propria, e la casa nessuno me l’ha pagata a mia insaputa, la banca mi avvisava sempre per la rata del mutuo!». Se dopo la risatina insistono, aggiungo: «Da quarant’anni tento di essere un giornalista decente. Mi pare già parecchio impegnativo» (tacendo, per educazione, l’alterigia del mestiere, così espressa da Enzo Biagi, quando Fanfani ne chiese il licenziamento dal «Corriere della Sera»: «Io sono un giornalista, lui solo un ministro»).

Terroni, in cui ricostruisco 150 anni di Unità d’Italia, visti da Sud, è diventato «un libro bandiera, un vessillo della nuova fierezza meridionale, un inno di guerra culturale e di nostalgia», secondo Pierluigi Battista, vicedirettore del «Corriere della Sera». E, per lo storico Giordano Bruno Guerri, su «il Giornale»: «la rivendicazione dell’orgoglio meridionale, oltre che un tentativo di spiegare – in modo appassionato e polemico – come l’Unità d’Italia abbia danneggiato il Sud e quanto sia costata ai suoi abitanti: ridotti, decennio dopo decennio, a italiani di seconda scelta» (alcuni mesi dopo, Guerri pubblica Il sangue del Sud, che riprende cifre, analisi e denunce sull’invasione del Regno delle Due Sicilie e quella guerra civile che fu spacciata per “lotta al brigantaggio”).

Io volevo solo finire un libro inconcluso da troppi anni, e mi ritrovavo riluttante capopopolo! Mi hanno chiamato all’estero (dal Nord Europa all’America), in università, centri studi o associazioni di connazionali («Ora so perché, col mio cognome duosiciliano, io e mio padre siamo nati a New York e in Italia sono extracomunitario» mi dice Anthony Quattrone, che lavora alla NATO. Altri ti confidano che, letto il libro, il nonno ha confessato l’esistenza di “briganti” nell’album di famiglia: non se ne vergogna più, anzi!).

«Se ti candidi, ti eleggiamo e divieni nostro leader» mi propongono delegazioni di partiti, movimenti meridionalisti, associazioni: mi hanno adottato, mi aiutano a scovare libri, documenti, mi invitano a tenere conferenze; lezioni in un paio di scuole di partito («E di che? Mai frequentato partiti.» «Parla dei temi del libro.» «Ah, vabbe’»); alcuni imprenditori hanno acquistato le copie per i loro dipendenti (specie al Nord!); degli amministratori locali, per le scuole; dei parlamentari, per i loro elettori. La senatrice Adriana Poli Bortone mi vorrebbe candidare a sindaco di Napoli (non ho vocazione al martirio e la città ha avuto troppi amministratori incapaci, per essere ulteriormente castigata); il presidente della Sicilia, Raffaele Lombardo, mi chiede di accettare il ruolo di garante del programma comune di una federazione di gruppi politici meridionalisti; il sindaco di Bari, Michele Emiliano, unico nel Pd a capire la portata dei nuovi sentimenti a Sud, a condividerli e rappresentarli, mi esorta a «prendere le responsabilità»; mi hanno invitato più volte i ragazzi di “Io resto in Calabria”, il movimento del coraggioso imprenditore Pippo Callipo.



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