GialloSvezia-Racconti inediti dei maestri del giallo svedese by AA.VV

autore:AA.VV.
La lingua: ita
Format: mobi, azw3
Tags: Racconti
editore: Marsilio
pubblicato: 2014-10-12T22:00:00+00:00

Qualcosa nei suoi occhi

di Dag Öhrlund

Dopo aver cominciato a scrivere per la stampa quando era ancora quindicenne, Dag Öhrlund ha lavorato per molti anni come giornalista, saggista e fotografo, prima di dedicarsi alla letteratura. Il suo primo romanzo, scritto in collaborazione con Dan Buthler, è stato pubblicato alla fine del 2007. Da allora, Öhrlund ha pubblicato un romanzo a sua firma e altri sette insieme a Buthler. Sono tutti gialli, ma di un genere non comune in Svezia: Öhrlund scrive storie che potrebbero essere definite hard-boiled. Con un’unica eccezione, i romanzi hanno tutti lo stesso protagonista, l’ispettore Jacob Colt, per lo più alle prese con il medesimo antagonista, il serial killer psicopatico Christopher Silfverbielke, un uomo che, per citare lo stesso Öhrlund, in realtà fa cose che altra gente soltanto immagina di fare.

I romanzi su Jacob Colt e Christopher Silfverbielke sono diventati comunque molto famosi in Svezia, forse perché la rottura totale del loro protagonista negativo con la mentalità basata sul consenso, predominante nella società svedese, solletica un desiderio di rivolta che si manifesta molto raramente, ma che cova nel cuore di parecchi svedesi. I nomi dei loro autori sono diventati sinonimo di trame ricche d’azione, invenzioni raccapriccianti e, ingiustamente, della durezza d’animo e della misoginia che caratterizzano Christopher Silfverbielke.

Questo racconto mostra invece aspetti molto diversi della scrittura e degli interessi di Öhrlund.

L’urlo esce dalle labbra di Lenya nell’istante stesso in cui perde il contatto con la ringhiera del balcone e cade.

Le sembra strano che tanti pensieri le riempiano la testa in così pochi secondi, mentre un vento gelido le brucia le guance.

La sua vita le passa davanti come un film. Da bambina camminava a passi incerti con Azad. Certo, litigavano come tutti i fratelli, ma non voleva bene a nessuno come al suo fratello maggiore.

Lui era Dio e l’Amore e tutto il resto, anche se lei lo aveva capito molto più tardi.

Azad avrebbe mai perdonato papà?

I pensieri si interrompono quando la sua testa batte sull’asfalto.

Lenya Barzani muore sul colpo.

Anche se un angelo avesse intonato un lamento, il suo canto sarebbe affogato nell’urlo del padre sul balcone.

L’ispettrice Jenny Lindh stringe forte il volante cercando di lottare contro la nausea.

La sua auto è ferma sul raccordo di Essinge, in direzione del centro. La coda si muove lentamente, pochi metri alla volta, sotto un’abbondante nevicata. I tergicristalli faticano a tenere il parabrezza sgombro.

In quel momento Jenny odia tutto.

La telefonata è arrivata qualche minuto prima. Una pattuglia della polizia deve recarsi a Tensta, perché qualcuno ha chiamato dicendo che una ragazza senza vita giace sull’asfalto. Nel bel mezzo di una tormenta di neve, la polizia è a corto di auto, a corto di personale, a corto di tutto.

E quell’incarico è toccato a lei.

Come se non avessi già abbastanza problemi, pensa.

Una settimana prima la sua vita si era “fottuta alla grande”, per usare un’espressione che piaceva ai ragazzi di periferia.

Quella notte.

Jenny aveva avuto la nausea mentre era in servizio. Si era scusata, dicendo che si trattava sicuramente di influenza intestinale, ed era tornata a casa molto in anticipo.

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