Giapponeserie d’autunno by Pierre Loti

autore:Pierre Loti [Loti, Pierre]
La lingua: ita
Format: epub
editore: O barra O edizioni
pubblicato: 2019-11-11T23:00:00+00:00

Sull’altra sponda posiamo infine il piede sul versante stesso della Montagna Santa, entriamo nella foresta consacrata. I cedri, simili a quelli sulla strada percorsa ieri, hanno lo stesso aspetto delle colonne dei templi, lo stesso enorme slancio, sono moltissimi e ricoprono tutto con la loro ombra. Lassù, quando il sole ci lascia e la luce s’abbassa, ci coglie un’aria più fresca e umida, di colpo. Sentiamo ovunque il fruscio dell’acqua ghiacciata che scende dalle cime in mille cascate, piccole e grandi, in torrenti o in semplici rivoli nascosti sotto il muschio: la musica eterna che culla gli imperatori morti. Sembra che d’estate sia più dolce, fino a diventare un lento mormorio; in autunno riprende come una grande orchestra, con il movimento accelerato della fuga. Nella descrizione che ora cercherò di fare, vorrei poter richiamare a ogni rigo il rumore di quell’acqua, che immaginiamo molto fredda, e la volta di quella vegetazione di un verde nerastro che copre ogni cosa, e la costante penombra, la profonda sonorità del sottobosco…

Saliamo lungo un viale imponente, fra due filari di cedri, e già cominciano a comparire qua e là, fra gli interstizi dei rami, resti di tetti contorti e complicati, in bronzo nero disseminato di rosoni dorati. Legioni di chimere d’oro sono disposte in fila, ora su un angolo, ora su un corno, oppure in cima a piccole torri o su qualsiasi colmo curvo. Tutto ciò si erge sotto l’ombra misteriosa degli alberi, con una parvenza di disordine; sembra una città di incredibile splendore e architettura molto particolare seppellita alla rinfusa sotto la vegetazione.

Ci fermiamo al primo tempio. È in un luogo un po’ aperto, una specie di radura. Vi si sale attraverso un giardino a terrazze sovrapposte, un giardino con rocce ornamentali, pozze d’acqua e alberi nani dalle foglie violacee, gialle o rossastre.

Il tempio, molto grande, è completamente rosso, rosso sangue. Un enorme tetto, nero e oro, sollevato agli angoli, sembra schiacciarlo con il suo peso. Ne proviene una musica religiosa, dolce e lenta, interrotta di tanto in tanto da uno spaventoso colpo sordo.

È interamente aperto su tutta la facciata a colonne, ma l’interno è mascherato da un velum bianco, grandissimo. Il velum è di seta bianca, ricamato per tutta la sua lunghezza con tre o quattro larghi rosoni araldici neri il cui semplice disegno ha un non so che di elegante e delicato. Dietro questo primo tendaggio sollevato a metà, ci sono leggere tende in bambù che scendono sino a terra.

Saliamo molti gradini in granito e la mia guida, per farmi entrare, scosta un lembo del velo: appare il santuario.

All’interno è tutto in lacca nera e d’oro, specialmente d’oro. Sopra l’intricato groviglio di fregi d’oro si sviluppa una volta a cassettoni in lacca lavorata, nero e oro. Dietro le colonne del fondo, la parte isolata dove probabilmente sono posti gli dei è nascosta da lunghe tende in broccato, sempre nero e oro, le cui rigide pieghe corrono dall’alto sino a terra. Grandi vasi d’oro da cui spuntano mazzi di loti d’oro alti come alberi sono appoggiati sul pavimento, su stuoie banche.

scaricare

Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.