Giordano Bruno by Anna Foa

Giordano Bruno by Anna Foa

autore:Anna, Foa [Foa, Anna]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Storia, Storica paperbacks
ISBN: 9788815326478
editore: Societa editrice il Mulino Spa
pubblicato: 2011-09-14T22:00:00+00:00


4. La condanna

Non piegò infatti all’orrore

del rogo e rese, intera, la sua testimonianza

(L. Firpo)

Il S. Uffizio voleva però che la ritrattazione fosse totale, e riguardasse tutto il ventaglio delle accuse. Nel settembre, dopo un riesame del processo, il tribunale intimò a Bruno un’ampia e completa ritrattazione su tutti i capi d’imputazione su cui egli poteva considerarsi tecnicamente confesso, cioè tutti quelli che non dipendevano dalle testimonianze a suo carico bensì dai suoi stessi interrogatori e dai suoi scritti. Era un compromesso giuridico, di fronte al disaccordo dei suoi giudici. Una parte di essi, infatti, considerava che il tribunale non avesse provato sufficientemente la colpevolezza dell’imputato e raccomandava di procedere all’interrogatorio sotto tortura. Un’altra parte del tribunale, invece, riteneva sufficientemente provate un certo numero di accuse e non riteneva quindi necessario ai fini processuali l’uso della tortura. Fu quest’ultimo il parere vincente, appoggiato anche dal papa. L’uso della tortura era infatti, nel diritto del tempo, strettamente finalizzato al raggiungimento della piena evidenza della colpevolezza e autorizzato da un’apposita sentenza. Lungo tutto il processo bruniano, la tortura fu, forse, usata in una sola circostanza, nel 1597, durante l’interrogatorio sulle censure dei libri, quando il tribunale ordinò di procedere ad un interrogatorio rigoroso. Il termine con cui vengono indicate le modalità dell’interrogatorio, stricte[54], era infatti un termine tecnico per indicare un interrogatorio sotto tortura, usualmente mezz’ora di supplizio della corda. Ora, alla fine del processo, la rinuncia all’uso della tortura, da cui Bruno, ove avesse continuato a negare, avrebbe potuto uscire «purgato dagli indizi», cioè assolto dalle accuse che respingeva, voleva dire soltanto che per il tribunale le accuse erano ormai definitivamente provate. Il discorso si spostava dal piano della ricerca delle prove della colpevolezza di Bruno in quanto imputato di eresia a quello della sua abiura in quanto eretico convinto.

L’abiura era un elemento fondamentale del processo di eresia. Un eretico che abiurava le sue eresie otteneva un trattamento mite da parte del tribunale. Dall’altra parte, un eretico che fosse ricaduto nei suoi errori dopo aver abiurato diventava un eretico relapso ed era soggetto al trattamento più rigoroso da parte del tribunale, normalmente la condanna a morte. Nonostante i suoi precedenti giovanili con l’Inquisizione, Bruno non aveva mai subito condanne. L’abiura lo avrebbe quindi salvato dalla condanna a morte e gli avrebbe probabilmente consentito di evitare la reclusione o di limitarla a un periodo non troppo lungo. L’abiura era inoltre un elemento centrale della strategia di lotta contro l’eresia da parte dei tribunali inquisitoriali.

Essa rappresentava per i giudici la vittoria della verità e della fede, la rinuncia all’errore da parte dell’imputato. Anche nel caso di eretici relapsi, e quindi sovente condannati a morte, strappar loro l’abiura rappresentava per i giudici la possibilità di farli morire pentiti, e quindi non dannati. Fino al patibolo, i frati e i membri delle compagnie dei confortatori insistevano perché i condannati rinunciassero in punto di morte ai loro errori. Portare un eretico al patibolo senza riconciliarlo con la Chiesa era per la Chiesa il massimo dei fallimenti.

Nel caso di Bruno, l’abiura assume inoltre il carattere di uno scontro di principio.



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