Giuseppe Paternò Raddusa by Demoni urbani. I mostri sono tra noi (2021)

autore:Demoni urbani. I mostri sono tra noi (2021)
Format: epub

QUESTO AMORE È UNA SPIDER A GAS

L’uxoricidio di Mario Romano a Uscio, in Liguria

TRE volte. Tre volte ancora, Mario.

Ne osserva i movimenti, in casa, alla sera. Tutte le azioni che compie, dallo sprimacciare il cuscino appena sveglia, all’accarezzare la cuccuma del caffè, al masticare con appetito i cibi… tutte queste azioni che lei compie, cui se ne possono aggiungere un discreto migliaio, gli sono in odio.

I capelli bruni, il sorriso smagliante, la voce zelante: la detesta, in tutto. Anche se, da contratto, lui sarebbe tenuto ad amarla per sempre. Mario è insofferente all’amore che ha promesso davanti a Dio, sentimento inviolabile per la religione e sacro pure per la società.

Il cervello di Mario Romano, trentatré anni, tecnico della società telefonica, è tutto fuorché povero d’immaginazione. Si nutre di tanti romanzi, gialli soprattutto, e mal digerisce, da diverso tempo, le nozze con Maria, Maria Bagnardo.

Le cose sono ormai finite anche se Maria è una donna bellissima, di ventinove anni, che gli ha dato due creature, l’ultima delle quali, nel 1967, non ha che pochi mesi. Maria Bagnardo lo ama più di ogni altra cosa al mondo, e per tenerselo accanto sarebbe disposta a tutto. A strepitare, a combattere, pure a crepare, se necessario.

La Romano-Bagnardo parrebbe una famiglia felice, che risiede a Uscio, in provincia di Genova, nell’entroterra ligure, sulle alture di Recco. Li conoscono tutti in paese. A Uscio domiciliano anche i genitori di lui. I panni di questi due giovani sposi si lavano in paese e le persone sono abbastanza tranquille, in relazione a questo – del resto, che problemi potrebbero creare due ragazzi che si amano verso la fine degli anni Sessanta, in un posto con manco tremila anime?

Eppure, nel marzo del 1967, Mario non ce la fa più. Sulla carta rispetta le regole del manuale dell’uomo perfetto: è un padre di famiglia, un lavoratore che adora la tecnologia e le automobili, ricco di hobby, affascinante – pur se con una vertiginosa stempiatura che lascia scoperta ampie porzioni della lucida fronte. Eppure, nell’esistenza placida di Mario, qualcosa si è incrinato. Erezioni vigorose, pensieri lubrici e morbide ossessioni hanno travolto la sua ordinaria placidità.

L’ossessione, in realtà, è una, e risponde al nome di Armida Valente: una ragazza di diciannove anni, sposata a Giovanni Lagasco, un marinaio di stanza a Recco, con cui ha avuto due figli di tre e un anno, e che passa le giornate annoiate attendendo che il marito torni sulla terraferma. È a pigione in alcune pensioncine della zona ed è diventata mamma per la prima volta a sedici anni, Armida, assaporando sin da piccina la durezza e la praticità della vita.

Mario la incontra a Recco, in casa di conoscenti comuni, ed è subito torbido avvicinamento. Ad attrarlo, a sedurlo, è il connubio che divampa esplosivo nel corpo e nel carattere di Armida: da un lato la gioventù, innegabile, portata dai suoi diciannove anni, dall’altro la voluttuosa, consapevole maturità che afferisce ai parti precoci e a un matrimonio contratto quando è ancora pupetta in formaggio.

Mario è un

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