Gli abissi del vizio by Stephen Paul Cohen

autore:Stephen Paul Cohen [Cohen, Stephen Paul]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 8878245321
Amazon: 8878245321
editore: Sperling paperbacks
pubblicato: 1995-04-02T00:00:00+00:00

Capitolo 14

STAVO diventando cieco. Stavo guidando una jeep nella giungla, su di una strada coperta d’erba ed ero con mio padre. La strada sembrava un’interminabile tappeto verde ed era difficile vedere dove stavo andando. Continuavo a seguire le tracce degli errori altrui e dovevo sempre tornare indietro, provare di nuovo. Mio padre continuava a cercare di dirmi da che parte andare, ma non era più mio padre, era quello di Tony. Facevo fatica a vedere, da sotto le palpebre. Alla fine la strada sparì completamente, c’era solo erba dappertutto. Scendemmo per vedere quello che si poteva fare. Cercavo di scoprire dei sentieri, ma non riuscivo a vederne. Il padre di Tony era diventato il sergente Murphy. Disse: «Non sai quello che stai facendo, Margolis». Continuai a camminare, ma mi facevano male gli occhi e avevo paura perché stavo diventando cieco…

Avevo dimenticato di chiudere le tapparelle e mi svegliai con il sole negli occhi.

La finestra era aperta e una fresca brezza di fine agosto spazzava l’appartamento. Me ne stetti sdraiato sul letto, sollevato perché riuscivo a vederci. Mi chiedevo se sotto tutta quell’erba c’era davvero una strada. Non mi ero neppure reso conto che Gloria non c’era quando la porta del bagno si aprì e lei uscì, gocciolante, avvolta in un asciugamano. Aveva i capelli sciolti lungo le spalle bagnate: erano un po’ più scuri del solito, ma sempre biondi. Non si era ancora truccata e il suo viso era pulito e risplendente. I miei occhi le corsero lungo il collo e le spalle, che luccicavano per le goccioline d’acqua. L’asciugamano molto stretto contro il corpo le rialzava i seni e le sottolineava i fianchi. E le gambe. Avevo visto delle gambe più slanciate e anche più sottili. Avevo visto delle gambe fatte meglio, ma non avevo mai visto delle gambe più sensuali. Erano forti senza essere troppo muscolose, avevano un aspetto liscio e caldo. Erano proprio perfette.

«Toh, guarda chi si è svegliato», esclamò. Si mise ai piedi del letto, sorridendo.

«Buon giorno.»

«Spero che non ti dispiaccia se ho fatto la doccia. Vuoi fare colazione?» «Certo.»

Ma non si mosse. Se ne stette lì avvolta nell’asciugamano e lasciò che la guardassi.

Non era un tentativo di seduzione, voleva solo essere carina. «Dobbiamo andarcene presto, Eddie.» «Dove?»

«Nel New Jersey. Ho telefonato al padre di Tony e ci aspetta.» «Che cosa gli hai detto?» «Solo quello che mi avevi detto tu.» «E ci ha creduto?»

«E’ stato facile. Naturalmente, dobbiamo ancora superare i domestici.» «Beh, una cosa alla volta.»

«Spero che tu sappia quello che stai facendo, Eddie.» Lei sparì di nuovo nel bagno, io mi alzai e mi vestii. Quando uscì era vestita anche lei e stava fumando una sigaretta.

«Ho adoperato lo spazzolino rosa. Ho pensato che fosse quello giusto. Sai, Eddie», continuò, andando in cucina e aprendo il frigorifero, «quando sarà finita questa storia mi piacerebbe andarmene per un po’ da New York.» «Dove ti piacerebbe andare?

Ecco, farò un po’ di caffè.» «No lo so. Di certo non voglio tornare nello Iowa.»

«Iowa? Credevo che venissi da Chicago.

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