Good Morning Darkness by Daniela Vanni

Good Morning Darkness by Daniela Vanni

autore:Daniela Vanni [Vanni, Daniela]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Pubme
pubblicato: 2020-04-25T22:00:00+00:00


***

Svegliarsi con il sole di mezzogiorno, dopo una bella sbronza e una dose eccessiva di allucinogeni che avrebbe potuto lasciare brutti strascichi nel suo cervello. Quella volta era andata diversamente, Chase credette di aver sognato tutto. Un brutto incubo che comprendeva anche un forte senso di colpa e l’immagine di orchidee bianche, spezzate su un marciapiede bagnato e logoro di un vicolo di New York.

Appena sveglio si guardò intorno, era proprio in quella tenda, quella tenda che aveva visto nel suo sogno fatto di allucinazioni. Tutto intorno un leggero odore di erba bruciata. Si portò le dita all’altezza del naso. Era tutto vero, era successo veramente, non era stato un brutto sogno. L’odore del sesso. Quell’odore si appiccicava addosso e non se ne andava con il post sbronza, di questo era sicuro.

Nella tenda regnava il silenzio, lei non c’era. Poteva essere un buon momento per scappare via. Perché questo era ciò che in quel momento desiderava fare più di ogni altra cosa e voleva farlo nel modo più silenzioso possibile.

Lasciò che le pelli e le lenzuola scivolassero giù dal materasso, cercò i suoi abiti tra la confusione degli strumenti e dei vari oggetti strani che stavano sul pavimento. Indossò i suoi jeans facendo attenzione a non fare troppo rumore, da fuori sembrava che provenisse soltanto il dolce cinguettio degli uccelli. Indossò la sua maglia, l’annusò. Sapeva di erba bruciata e cocaina.

Il suo naso colava ancora, la sua gola bruciava, ma la testa era a posto, si sentiva bene seppur un po’ frastornato. Eppure la sera prima era stato drogato, non gli sembrava possibile essere così lucido. Nel momento in cui si avvicinò all’uscita della tenda, giusto un attimo prima di scostare il telo, uno strano scricchiolio alle sue spalle lo fece fermare. Si voltò lentamente.

Samira stava di fronte a lui, completamente nuda, guardandolo con aria fredda.

«Volevi scivolare via così presto, senza salutarmi?»

«Devo andarmene. Mi hai drogato, non è vero?»

«Non so di cosa tu stia parlando.» affermò lei con aria di sufficienza.

«Non provare a fare la puttana con me, mi hai capito benissimo…»

«Dare la colpa alle droghe è il meglio che sai fare?»

«Allora è vero? È stato così, ti sei approfittata di una mia debolezza?» disse Chase, avvicinandosi a lei con passo svelto, si mise una mano sulla tasca per verificare che il suo portafogli fosse sempre lì. Lei se ne accorse.

«Non sono più una ladra, non di quelli almeno…» scattò lei, indicando il portafogli nella tasca di Chase. «…e forse si è trattato di qualcosa di più di una semplice debolezza, straniero. Due, tre debolezze.»

“Mio Dio!” pensò. “Che diavolo ho combinato?”

Chase si stropicciò i capelli e si massaggiò la fronte. Si sentiva in forte difficoltà, voleva soltanto scappare da quel posto.

«Ok, è tutta colpa mia. Ora me ne andrò e ci scorderemo quanto è accaduto, va bene?»

Samira lo guardò con aria decisa, prima di chinarsi per raccogliere da terra la sua veste scura e indossarla lentamente.

«Tu non puoi comandare i miei pensieri, straniero. Puoi solo far finta di avere il controllo sui tuoi.



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