Grossman David - 2002 - Qualcuno Con Cui Correre by Grossman David

autore:Grossman David [Grossman David]
La lingua: ita
Format: epub, mobi
Tags: Fiction, General
ISBN: 9788804508182
editore: Mondadori
pubblicato: 2002-11-14T23:00:00+00:00

"Non ci sono miracoli

né rosee speranze

si muore e si combatte

si fa la rivoluzione..."

Poi riprese dall'inizio e Tamar si lasciò andare a quel ritmo monotono, odiando le parole ma traendo forza dalla musica. Si autoflagellava con il ritornello: "Com'è possibile? Come si fa?" Come aveva potuto non considerare la parte più importante del piano?

La demoralizzava scoprire di nuovo, come al solito, quanto fosse potente la sua forza autodistruttrice, la sua parata di topi, il suo cavallo di Troia. Non sapeva cosa fare. Rinunciare a tutto? Tornarsene a casa con la coda tra le gambe? Un topo nero corse dentro di lei saltellando, toccando i punti soliti e familiari, sfregando il posteriore per lasciare una traccia del suo passaggio, strillando con acuti squittii: non riuscirai a fare nemmeno una cosa giusta nella vita! Razza di svampita! Illusa! Ci sarà sempre qualcosa che non andrà, qualche lacuna, non riuscirai a conciliare immaginazione e realtà... Ora gli si erano radunati intorno tutti i compagni che squittivano selvaggiamente in coro: proprio per questo non farai carriera come cantante, perché fallirai sempre nei momenti cruciali! Tutt'al più avrai parti secondarie, Barbarina all'inizio, Marcellina quando invecchierai e in mezzo, forse, qualche Frasquita. Passerai tutta la vita sola e triste in cori per dilettanti. Al massimo ne sarai la direttrice. E, a proposito, non ti innamorerai mai sul serio, su questo non ci sono dubbi, per via di quel tassello mancante nella tua anima. E non avrai nemmeno figli, è chiaro, dammi retta...

Ma ecco che quel pensiero la fece tornare in sé. Di colpo la danza dei topi si arrestò, Tamar raccolse il resto delle energie e decise di reagire. Cercò di capire razionalmente l'errore commesso, meditò con obiettività e senza infierire su se stessa. Dopo qualche istante arrivò alla semplice conclusione che se avesse tenuto conto a priori di una simile eventualità, molto probabilmente non si sarebbe buttata in quell'avventura.

Così, dopotutto, era un bene non averci pensato. In altre parole, era stato il suo cervello a nasconderle l'ostacolo... Che strano. Si raddrizzò e respirò a fondo: era incredibile come fosse riuscita a superare quell'attacco d'angoscia, a salvarsi dalla morsa delle sue mandibole. Era qualcosa di nuovo per lei. Sentì un soffio sconosciuto di tranquillità, quasi di sicurezza. Di certo sarebbe svanito presto, ma lei ne avrebbe conservato il ricordo e avrebbe cercato di tornare al punto da cui era spirato per tentare di ricrearlo al prossimo attacco.

Nel frattempo, però, non doveva dimenticare di essere bloccata lì, sola, senza un alleato. Doveva pensare per entrambi e creare le condizioni per cui Shay sarebbe stato disposto a fuggire con lei. Doveva metterlo di fronte al fatto compiuto. Quei pensieri la rianimarono un po'. Sentì che tornava a vivere dopo l'intontimento degli ultimi giorni. Si chiese dove fosse Shay ora. In quale stanza. In quale gabinetto buio si fosse rintanato a preparare la dose che l'avrebbe aiutato a passare la notte.

Shelly la guardò dal cortile con un sorriso grande, troppo grande. La invitò a unirsi a loro. Aveva gli occhi vitrei e la sua allegria pareva innaturale, forzata.

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