Guida alla storia del cinema italiano. 1905-2003 (2003) by Gian Piero Brunetta

Guida alla storia del cinema italiano. 1905-2003 (2003) by Gian Piero Brunetta

autore:Gian Piero Brunetta [Brunetta, Gian Piero]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Einaudi
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


Esplorando con attenzione l’iconografia, i rituali di morte, i massacri, le impiccagioni con i condannati appesi con la testa rivolta verso il basso, le torture, lo spirito di rivolta, non possono non tornare alla mente (in film come Se sei vivo spara o in Tepepa, Giulio Petroni, 1968), le scene di tortura o le rappresaglie naziste durante la seconda guerra mondiale. Da una parte si disegnano scenari metaforici per la storia del presente, dall’altra l’altrove accende la memoria di eventi d’un passato prossimo che non si vuole cancellare.

Tra i film di Leone e di Tessari e quelli del decennio successivo, il genere sembra divenire una sorta di legione straniera verso cui si dirigono mercenari d’ogni tipo, registi diseredati dal neorealismo e registi apolidi assieme a mestieranti in grado di fare qualsiasi cosa57. Tutti insieme sembrano però convinti della potenza simbolica di questo genere, della sua capacità di raccontare il presente. In pieno ’68, con un perfetto tempismo, un regista non memorabile per la sua carriera, Gian Andrea Rocco, rende omaggio al femminismo girando, in Sardegna, Giarrettiera Colt, con Nicoletta Machiavelli.

Come per gli altri generi, vi lavorano, raggiungendo risultati spesso importanti, musicisti come Morricone, Riz Ortolani, Luis Enrique Bacalov, Carlo Rustichelli, Bruno Nicolai.

Morricone (ha realizzato nel corso della sua quarantennale attività centinaia di colonne sonore) forse, nel sodalizio con Leone, per cui la musica è fondamentale rispetto al dialogo, raggiunge i risultati piú alti, rendendola protagonista, inventando una musica che diventa dialogo dei personaggi, linguaggio caratterizzante. I suoni, che prendono il posto delle parole e anticipano l’azione, divengono motivi guida e ridisegnano tutto lo spazio sonoro del western, cancellandone tutti gli usi convenzionali delle ballate popolari: il fischio, la frusta, il suono delle campane o dello scacciapensieri si mescolano al violino, al nitrito d’un cavallo, alle note di un’armonica a bocca, creando ritmi che non hanno piú nulla d’evocativo ma servono a dilatare il tempo, a tendere le emozioni, a osservare la scomposizione dell’azione moltiplicando i centri d’attenzione fino ai dettagli minimi, ma soprattutto entrando nel profondo dei personaggi fino a marcarne i ritmi vitali58.

Tra gli operatori, possiamo trovare Tonino Delli Colli, Carlo Di Palma, Giuseppe Ruzzolini. Anche in questo genere troviamo, sia pure di passaggio, Ennio Flaiano e Suso Cecchi d’Amico, Luciano Vincenzoni e Age e Scarpelli, Ennio De Concini, Franco (Kim) Arcalli, accanto ai nomi piú presenti di Adriano Bolzoni, Franco Solinas, Fernando di Leo.

Oltre ai nomi dei registi citati, possiamo ricordare anche Lina Wertmüller, Freda, Margheriti, Mastrocinque, Squitieri… Da una parte si procede verso un’accentuazione iperbolica e ipertrofica dei motivi delle stragi, delle carneficine e del piacere di celebrare i riti di morte, dall’altra si cercherà di battere strade incruente in cui gli eroi si faranno giustizia a suon di schiaffi e pugni, e i western in cui trionferà la coppia Bud Spencer e Terence Hill della serie di Trinità, inaugurata da Lo chiamavano Trinità… (E. B. Clucher, 1970), renderanno omaggio piú alle comiche di Mack Sennett che ai western degli anni quaranta e cinquanta. L’ultima stagione del



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