Guida sentimentale di Venezia by Diego Valeri

Guida sentimentale di Venezia by Diego Valeri

autore:Diego Valeri [Valeri, Diego]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Lindau
pubblicato: 2020-07-22T22:00:00+00:00


La Piazza e la Piazzetta in una veduta aerea

PIAZZA, PIAZZETTA, MOLO E RIVA

La Piazzetta e il Molo

Non dovete pensare ‒ scriveva da Venezia, il 14 agosto del 1739, il presidente De Brosses al signor di Blancey ‒ che la celebre Piazza sia «aussi grande que d’ici à demain»: figuratevi, per le dimensioni una piazza Vendôme molto più in piccolo. (Esagerava, si capisce.) Ma, oltre che «magnifiquement bâtie», è «régulière…». E in questo elogio, della regolarità, l’intelligente uomo, educato su Descartes e Racine, esprimeva certo tutto il succo del suo entusiasmo possibile.

Noi, oggi, parleremmo piuttosto di proporzioni; diremmo che la distribuzione architettonica dei volumi, coi loro pieni e vuoti, e quella, pittorica, dei chiari e degli scuri (e l’azzurro e l’oro di San Marco nel fondo) creano un tal giuoco prospettico, che dà l’impressione di una vastità e di una monumentalità senza pari. Anche, piuttosto che sulle fastose Procuratie Nuove dello Scamozzi, col loro «comble couvert de statues», noi punteremmo, oggi, su quelle Vecchie, quattrocentesche di stile benché datate dal primo Cinquecento; così semplici e lineari, eppur così ornate di squisita eleganza; così razionali, eppur così essenzialmente fantastiche.

Tuttavia l’ammirazione del Presidente conserva il suo peso, e dimostra, se non altro, che in questa Piazza c’è bellezza per tutti, anche per chi porti gelosamente in cuore la sua Place Vendôme.

Ma altro c’è da dire, altri testimoni da citare, se veramente si voglia far intendere che cosa la Piazza è, e qual sia la felicità del sentirsi vivere tra le sue pietre.

Qui si potrebbe inserire tutt’intero un famoso sermone di Gaspare Gozzi, che appunto s’intitola Del passeggiare in Piazza; o quella lettera dello stesso Gaspare a una «mascheretta gentilissima» in cui è celebrato facetamente «il diletto del magnifico e reale liston»: calca variopinta, belle donne splendidamente vestite («Che biondi capelli! che mano di neve! Oh, vedi anelli ch’ella ha! Oh, vedi scarpette assettate! Quelli sono de’ più eloquenti, de’ più vivi e dei più scintillanti occhi che vedessi mai!»), maschere morbinose, ciacoloni da caffè, pettegoli eruditissimi dei fatti altrui; tutto un piccolo incantevole mondo di commedia goldoniana… Questa era la Piazza del Settecento; di cui il sunnominato Presidente ci ha lasciato pure una descrizione molto animata: «Les robes de palais, les manteaux, les robes de chambre, les Turcs, les Grecs, les Dalmates, les Lévantins de toute espèce, hommes et femmes, les tréteaux des vendeurs d’orviétan, de bateleurs, de moines qui prêchent et de marionnettes; tout cela, qui y est tout ensemble à toute heure, la rend la plus belle et la plus curieuse place du monde».



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