Herbert Frank - (dune 01) - DUNE by Cosmo Oro 0008

Herbert Frank - (dune 01) - DUNE by Cosmo Oro 0008

autore:Cosmo Oro 0008 [Cosmo Oro 0008]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


Siamo venuti da Caladan: un mondo paradisiaco per la nostra forma di vita. Non c'era alcun bisogno, su Caladan, di costruire un paradiso fisico, o uno per la mente… lo vedevamo intorno a noi. E il prezzo che abbiamo pagato è il prezzo che gli uomini hanno sempre pagato nell'ottenere un paradiso in questa vita: diventammo rammolliti, perdemmo la nostra tempra.

- da "Conversazioni con Muad'Dib", della Principessa Irulan.

- Così, voi siete il grande Gurney Halleck - disse l'uomo.

Halleck era in piedi e fissava, all'opposta estremità della grande caverna ufficio, il contrabbandiere seduto alla scrivania metallica. L'uomo indossava la tuta dei Fremen e l'azzurro troppo chiaro dei suoi occhi indicava che, almeno in parte, si nutriva di cibi importati. L'ufficio era un duplicato del centro di controllo di una fregata spaziale: trasmettitore e schermi per circa trenta gradi della parete curva, controlli a distanza di strumenti e di armi. Anche la scrivania si protendeva in fuori come un'escrescenza della parete.

- Io sono Staban Tuek, figlio di Esmar Tuek - disse il contrabbandiere.

- Allora siete voi la persona che devo ringraziare per l'aiuto ricevuto - dichiarò Halleck.

- Ah… gratitudine - esclamò il contrabbandiere. - Sedete.

Un sedile di tipo astronautico a forma di coppa emerse dalla parete accanto agli schermi. Halleck vi sprofondò con un sospiro. Era stanco; scorse il proprio riflesso sulla liscia superficie scura, accanto al contrabbandiere, e aggrottò le sopracciglia nel cogliere i segni della fatica sul viso rugoso. La cicatrice della liana indelebilis si contorse sulla sua mascella mentre corrugava la fronte.

Halleck distolse gli occhi dal riflesso del proprio viso e fissò Tuek. Ora scopriva la somiglianza col padre: le sopracciglia folte, il profilo duro e tagliente delle guance e del naso.

- I vostri uomini mi hanno detto che vostro padre è morto, ucciso dagli Harkonnen - disse Halleck.

- Dagli Harkonnen o da uno dei vostri che ha tradito - gli rinfacciò Tuek.

Halleck ebbe uno scatto di collera, nonostante la stanchezza. Si raddrizzò e disse: - Potete farmi il nome del traditore?

- Non ne siamo certi.

- Thufir Hawat sospettava di Lady Jessica.

- Ah… la strega Bene Gesserità forse. Ma ora Hawat è prigioniero degli Harkonnen.

- Lo so. - Halleck respirò profondamente. - Sembra che si preparino altri massacri.

- Noi non faremo niente che attiri l'attenzione - dichiarò Tuek.

Halleck s'irrigidì. - Ma…

- Voi e i vostri uomini potrete ripararvi fra noi - disse ancora Tuek. - Voi parlate di gratitudine. Molto bene: lavorate per pagare il vostro debito verso di noi. Abbiamo sempre lavoro per degli uomini in gamba. Tuttavia siamo pronti a uccidervi con le nostre mani alla prima mossa contro gli Harkonnen.

- Ma hanno ucciso vostro padre!

- Forse, ma vi darò la stessa risposta che avrebbe dato mio padre a quelli che agiscono senza pensare: "Pesante è la pietra e densa la sabbia; ma non sono nulla al confronto della furia di un pazzo".

- Volete dire che non farete niente, allora? - lo schernì Halleck.

- Non ho detto niente di simile. Ho detto soltanto che voglio proteggere il nostro contratto con la Gilda.



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