Herbert Frank - (dune 02) - MESSIA DI DUNE by Cosmo Oro 0012

Herbert Frank - (dune 02) - MESSIA DI DUNE by Cosmo Oro 0012

autore:Cosmo Oro 0012 [Cosmo Oro 0012]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


"I suoi fianchi sono dune incurvate dal vento.

I suoi occhi risplendono come la vampa dell'estate.

Brillano sulla sua schiena.

Gli anelli d'acqua che ornano le sue trecce!

Le mie mani ricordano la sua pelle.

Fragrante come l'ambra, profumata come un fiore.

I ricordi sono nei miei occhi…

Arde in me la candida fiamma dell'amore"!

La canzone lo disgustò. Una simile, stucchevole melodia poteva piacere soltanto a chi amava sprofondare nel sentimentalismo… Tanto valeva dedicare una canzone a quel corpo semisepolto fra le dune che Alla aveva visitato.

Una figura si mosse all'ombra della griglia, sulla terrazza. Paul si girò di scatto. Il ghola uscì nella luce abbagliante del sole, i suoi occhi metallici scintillarono.

- Sei Duncan Idaho o l'uomo chiamato Hayt? - domandò Paul.

Il ghola si arrestò a due passi da lui: - Quale dei due preferisce il Mio Signore?

La prudenza velava la sua voce.

- Sta parlando lo Zensunni - replicò Paul con amarezza. Doppi sensi nei doppi sensi! Che cosa avrebbe mai potuto dire, o fare, un filosofo, per cambiare anche una sola virgola della realtà che si stava dispiegando davanti a loro in quell'istante?

- Il Mio Signore è turbato.

Paul distolse lo sguardo da lui e si voltò a fissare la lontana scarpata del Muro Scudo, contrafforti e archi scavati dal vento, una copia beffarda della città. La natura stava scherzando con lui! Vedi cosa posso fare? Riconobbe un'apertura nel lontano massiccio, un punto dove la sabbia sgorgava da un crepaccio, e pensò: Laggiù! Ecco, proprio laggiù abbiamo combattuto contro i Sardaukar!

- Che cosa turba il Mio Signore? - chiese il ghola.

- Una visione - bisbigliò Paul.

- Ahhh… Nell'istante in cui i Tleilaxu mi hanno svegliato per la prima volta, ho subito avuto delle visioni. Ero inquieto, mi sentivo solo… senza sapere di esserlo veramente. Allora no. Le visioni non mi rivelarono niente! I Tleilaxu mi dissero che si trattava di una semplice intrusione della carne di cui soffrivano tutti, uomini e ghola. Una malattia, nient'altro.

Paul si girò, studiò gli occhi del ghola, quei globi d'acciaio scintillanti, senza espressioni. Quali visioni passavano in quegli occhi?

- Duncan… Duncan… - bisbigliò Paul.

- Mi chiamano Hayt.

- Ho visto cadere una luna - disse Paul. - È scomparsa, distrutta. Ho udito un sibilo lacerante. La terra ha tremato.

- Sei ebbro di tempo… troppo - fece il ghola.

- Ho fatto appello allo Zensunni e mi risponde il mentat! - esclamò Paul. - D'accordo, filtra la mia visione attraverso la tua logica, mentat. Analizzala e trasformala in semplici parole, un elogio funebre.

- Un elogio funebre! - esclamò il ghola. - Ma tu stai fuggendo la morte. Ti sforzi di raggiungere l'istante successivo rifiutandoti di vivere quello presente. Un oracolo! Quale prezioso sostegno per un Imperatore!

Paul fissò affascinato un neo sul mento del ghola, un neo che conosceva fin troppo bene.

- Cercando di vivere in questo futuro - continuò il ghola, - gli dai forse sostanza? Lo rendi forse reale?

- Se percorrerò il futuro incontrato nella mia visione, allora vivrò - mormorò Paul. - Ma che cosa ti fa pensare che io voglia vivere in un simile futuro?

Il ghola scrollò le spalle: - Mi hai chiesto una risposta concreta.



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