Hitchcock. L'incredibile storia di Psycho by Stephen Rebello

Hitchcock. L'incredibile storia di Psycho by Stephen Rebello

autore:Stephen Rebello
La lingua: ita
Format: mobi, epub
Tags: Come Hitchcock ha realizzato Psycho
editore: Il Castoro Editrice
pubblicato: 2013-10-23T22:00:00+00:00


Saul Bass e le grida nella doccia

Oltre a collaboratori stretti come Green e Schlom, Hitchcock aveva un’alta considerazione per l’occhio innovatore del grafico Saul Bass. «Mi limitavo a stare lì con le mie carte sotto il braccio», ricordava Bass. «Quando avevo preparato qualcosa glielo portavo, glielo facevo vedere, parlavamo un po’ e per il resto gironzolavo attorno e guardavo. Per me Psycho era un po’ come essere un suonatore di tuba che in un’orchestra conosce solo la propria parte e che solo quando ha finito di lavorare scopre che l’orchestra stava suonando la Carmen».

Dopo i suoi incontri con il regista, Bass seppe toccare corde a cui Hitchcock era sensibile. Una delle sue prime idee riguardava la scena finale che mostra Norman Bates in una cella, la sua personalità ormai completamente sopraffatta da quella di Mamma. Come scrive Joseph Stefano nella sceneggiatura:

I muri sono bianchi e lisci. Non c’è finestra. Non ci sono mobili a parte la sedia con lo schienale rigido… la stanza dà un senso di non-luogo, di calma separazione dal mondo.

Diceva Bass: «Ebbi un’ideuzza in proposito, quella che chiamo la cosa della “Madre di Whistler”. Nel [dipinto di James Abbott McNeill Whistler] la madre è seduta su una sedia e sul muro c’è un quadro in cornice. Così progettai questa cosa basata sul dipinto, con Tony Perkins avvolto nella sua coperta e un’apertura nel punto in cui nel dipinto ci sarebbe stato il quadro». In fase di ripresa, Hitchcock avrebbe però eliminato qualsiasi riferimento visivo al famoso dipinto.

Due delle sequenze più complicate del film – l’omicidio nella doccia e quello di Arbogast – richiesero gli sforzi non solo di Bass ma anche dell’intero gruppo. Pur avendo in Joseph Hurley uno dei disegnatori migliori del mondo del cinema, Hitchcock volle pagare a Bass 2.000 dollari per preparare lo story board nella scena nella doccia. «Fu una buona idea» osserva il collega di Hurley, lo scenografo Robert Clatworthy: «Joe avrebbe potuto occuparsi dello story board, ma era più difficile che Saul cadesse nel cliché come avrebbe potuto succedere a noi».

La sequenza era rischiosa per sua natura: violenza potenzialmente soggetta a censura e nudità. Hitchcock disse a Leonard South: «Ho intenzione di girarlo e montarlo tutto a pezzi, così il pubblico non capirà che diavolo sta succedendo». Bass rispose alle richieste di Hitchcock con un approccio di montaggio, una barriera di angolazioni oblique, campi medi e primi piani. Anche se la scena avrebbe contenuto pochissimo movimento e immagini che, prese a sé, avrebbero potuto sembrare banali, il montaggio di tutti i pezzi doveva creare un’impressione di violenza selvaggia, quasi viscerale. Spiegava Bass: «Avevo in mente quest’idea, quasi purista, di realizzare un orribile omicidio senza sangue. Mi colpì come una bella cosa da fare».

Per accogliere Hitchcock e la sua troupe durante le prove della sequenza, gli scenografi fecero costruire una doccia finta. Il regista provò il set temporaneo durante la seconda settimana di riprese, e Clatworthy ricorda l’evento: «Provammo la scena della doccia mettendo su una vasca da bagno e due muri nel teatro Phantom.



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