Holiday by Stanley Middleton

Holiday by Stanley Middleton

autore:Stanley Middleton [Middleton, Stanley]
La lingua: ita
Format: epub
editore: SEM
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


9

Accanto al suo piatto, a colazione, c’era una cartolina illustrata. Wollaton Hall.

La voltò e lesse. Non ce l’ho fatta. Mi dispiace. Meg.

Rifletté su quelle parole, chiedendosi anche come lei sapesse dove trovarlo; forse se l’era fatto dire dal padre, o più probabilmente lui le aveva dettato l’indirizzo, ordinandole di scrivere due parole di scusa. E lei aveva ubbidito, ironicamente. Inchiostro verde, lettere disordinate. Signor E.A. Fisher. L’indirizzo era scritto meglio, perché il postino potesse leggerlo facilmente. Sua madre e suo padre voltavano le loro cartoline ad angolo retto, per scrivere il messaggio. Fisher rise, pensando alle sciocchezze che scrivevano. Il tempo. La distanza dal mare. I pasti. Una x segna la nostra stanza. Spero che Edna si sia divertita a Filey. Abbreviazioni, tipo, t.v. bn. «Non dimenticare la penna, oggi, Arthur. Dobbiamo scrivere le cartoline e spedirle mercoledì al più tardi. Meglio martedì, così arrivano prima del nostro ritorno.»

Gli Smith arrivarono vigorosi, i ragazzi ben lavati e vestiti, i capelli biondi lucenti e le mani pronte a prendere cucchiaiate di cereali. Terry sembrava in forma e salutò con un gesto; Sandra, in un prendisole corto, si concentrò sui bambini e su come erano seduti, ma sorrise e informò Fisher che la loro radio a transistor aveva annunciato un’altra giornata di sole.

Cinque minuti dopo, per ultimi, entrarono gli Hollies. Lena davanti, con un abito a due pezzi che sottolineava la sua magrezza, riducendo le gambe a due bastoncini. Il marito, in completo blu scuro, sembrava più rilassato. Si tolse la giacca, restando in camicia e bretelle. Si era lisciato i capelli con l’acqua e il suo viso largo odorava di dopobarba. Salutò in modo gioviale, e Fisher sorrise, contento.

«Stamattina saltiamo i preliminari» disse alla cameriera. «Andiamo subito al sodo. Pancetta, uova, pomodori, salsicce, patatine, spinaci e tutto il resto.»

«Non abbiamo spinaci» ridacchiò la ragazza.

«Allora da dove prendo le vitamine, ragazza mia?»

Pronunciò “regazza”, con l’accento delle contee intorno a Londra. Fisher ne fu divertito; flemma nordica, spirito cockney. I bambini Smith alzarono gli sguardi per godersi quel rumoroso spettacolo. Sandra disse loro di continuare a mangiare. La signora Hollies non disse nulla, gli occhi sul piatto, ma non sembrava scontenta. Fisher decise di comprare una cartolina e rispondere a Meg. Compose a mente la risposta. “Grazie della cartolina. Non ce l’hai fatta?” No, quella mattina poteva permettersi di essere più generoso. “Mi ha fatto piacere vedere di nuovo la tua scrittura.” Meglio. Poi avrebbe chiamato Vernon per riferirgli la comunicazione.

Sul pianerottolo si fermò a parlare con Terry, mentre Sandra supervisionava l’ultimo passaggio in bagno dei bambini.

«Molto piacevole, la serata» esordì. Sandra gli aveva detto qualcosa? Era strano, pensò, ma non era sicuro che lei avesse tenuto la bocca chiusa. Solo per irritare il marito, o per passare il tempo, per compensare l’indigestione o l’insonnia, poteva essersi lasciata sfuggire qualche dettaglio, o magari aver confessato ogni cosa. Sai, quel simpatico signor Fisher mi ha palpeggiata sulla spiaggia, mentre tu eri impegnato a ingollare birra.

«Sì, meno male. Noi non usciamo molto la sera, per via dei bambini.



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