Homo aequalis (Italian Edition) by Louis Dumont

Homo aequalis (Italian Edition) by Louis Dumont

autore:Louis Dumont [Dumont, Louis]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Adelphi
pubblicato: 2019-09-04T22:00:00+00:00


In base a quanto si è detto, il nostro è un percorso segnato: cominceremo col caratterizzare a grandi linee il conflitto ideologico a partire dalle accuse lanciate da Thomas Mann contro suo fratello, per poi seguirlo nell’idea che egli si fa della Germania e dell’unità della cultura tedesca. In questa polemica, com’è facile notare, sono in gioco anzitutto alcuni fondamentali contrasti, familiari ai germanisti.

Thomas Mann non nomina mai il fratello, anche se talvolta lo cita. Parte in guerra contro quello che chiama «il letterato della civiltà», espressione che si può applicare anche a Romain Rolland, lui stesso a lungo criticato. Il «letterato della civiltà» è universalista e pacifista, difensore della democrazia, vale a dire della politica, poiché «non c’è che una politica, ed è la democrazia».

La «civiltà», materia degli occidentali, si contrappone alla Kultur che caratterizza la Germania. È un tema dibattuto, molto comune all’epoca, quasi fosse il principale slogan attraverso il quale la Germania replica alla propaganda nemica. La civiltà in sostanza è il progresso materiale, per definizione comune a tutti, internazionale (Mann, 1975, p. 213), mentre la Germania è la depositaria di valori spirituali, della Kultur che le è propria. Ma non è tutto, e Thomas Mann ci ricorda di aver da tempo criticato l’insufficienza di questa opinione: «Mi dicevo che pure la civiltà non solo è qualcosa di spirituale, ma è lo spirito stesso – lo spirito nel senso della ragione, dei costumi civili, del dubbio, dell’Illuminismo e infine della disgregazione –, là dove invece la cultura rappresenta il principio artistico organizzatore e costruttivo che mantiene e trasfigura la vita» (p. 149, a proposito della discussione su Romain Rolland).

Non insistiamo sul contrasto tra «disgregazione» o atomizzazione e «organizzazione» o organismo. Per celebrare la «vita», Thomas Mann giunge a contrapporre a essa lo «spirito» (Geist). Segno dei tempi, di sicuro; Lukács ha fustigato la moda della «filosofia della vita» come tradimento della ragione; il riferimento in Mann è a Nietzsche anziché a Dilthey, e noi come caratteristica della Germania ritroveremo la «vita».

È chiaro che in queste pagine con il termine civiltà viene preso di mira quello che abbiamo definito l’individualismo della Rivoluzione francese, un individualismo applicato alle istituzioni sociali, il quale, trovandosi a essere anche portatore di progresso materiale, è sospetto di «materialismo», in contrapposizione all’individualismo interiore, spirituale, con sfumature religiose, che lascia intatto l’olismo circostante e partecipa di una dimensione organica. Notiamo inoltre che si ricusa qui il primato moderno del rapporto con le cose; per gli intellettuali moderati è solo questione di gerarchia, e questo non impedisce alla Germania di rivaleggiare con l’Occidente, e persino di primeggiare in fatto di tecnica.

Il «letterato della civiltà», infedele ai valori tedeschi col pretesto di un umanitarismo cosmopolita in sé falso e superficiale, fa il gioco del nemico. La Germania è una comunità, e i valori occidentali che riconoscono solo l’individuo e la specie sono distruttivi dell’identità tedesca. Un’intera serie di termini designa gli attributi del nemico: civiltà, democrazia, politica, internazionalismo, ai quali va aggiunta la stessa letteratura, in un



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