Horror by Dario Argento

Horror by Dario Argento

autore:Dario Argento [Argento, Dario]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Art, General
ISBN: 9788852085659
Google: FYhKDwAAQBAJ
editore: Edizioni Mondadori
pubblicato: 2018-03-06T09:20:20+00:00


Alchimie macabre al castello di Gilles

La gabbietta era quasi ultimata. La piccola Jeannette stava sistemando gli ultimi pezzettini di legno, selezionati con grande cura nei giorni precedenti, per completarne il tetto: sarebbe stato un divertimento farci entrare e uscire Belle, la coniglietta. Certo, quella mattina avrebbe preferito restare ancora un po’ in casa, nascosta dietro la porta, a spiare e ascoltare il padroncino che imparava a suonare il clavicembalo, ma la mamma, cuoca al servizio della famiglia, l’aveva sorpresa e cacciata fuori, rimproverandola per quella sua stupida ossessione.

«Quante volte ti ho detto che non puoi stare qui!»

«Ma anch’io voglio suonare, mamma. Sono capace, ho visto come si fa.»

La cuoca aveva spinto a scapaccioni la figlia fuori casa, intimandole di non rientrare fino a che non fosse giunta l’ora della cena.

Inginocchiata sul prato, sotto la quercia in cima alla collinetta, poco distante dall’abitazione, Jeannette si godeva il profumo dell’erba e la luce del pomeriggio, intenta nella sua opera di costruzione, quando sentì a un tratto dei passi provenire dal bosco, lì vicino; si voltò e scorse una vecchietta che procedeva affaticata, lamentandosi, con un fascio di legna sulla schiena. La donna pareva non essersi accorta di lei: Jeannette si alzò istintivamente, lasciando cadere i legnetti che teneva nelle mani, sgranò i suoi occhioni lucidi e innocenti, e rimase con la bocca semiaperta a osservare quell’insolita presenza.

L’anziana sembrava stanca, smarrita. Nella sua ingenua generosità Jeannette, ancorché intimidita, pensò che doveva aiutarla. La mamma le aveva sempre raccomandato di non parlare con estranei e non avvicinarsi per nessuna ragione al bosco, ma quella vecchina era evidentemente in difficoltà: Jeannette mosse alcuni passi verso di lei. Ora poteva vederne il viso, incorniciato da un fazzoletto che teneva racchiusi e coperti i capelli: era meno anziana di quanto le fosse apparsa da lontano, gli occhi sembravano vispi, l’aria meno insicura.

«Piccolina…» fece la vecchia, come accorgendosi all’improvviso della bambina, «… mi aiuteresti a deporre questo fascio pesante? Sono così stanca!»

Jeannette non se lo fece ripetere due volte: essere d’aiuto a un adulto la faceva sentire grande. Si affrettò fino ai limiti del bosco, dove l’anziana si era fermata, e allungò le braccine per accogliere dalla schiena della donna il fascio di legna e farlo scivolare a terra.

Il castello dominava un’altura, allungata come un promontorio alla confluenza di due corsi d’acqua, non molto distante dal villaggio, che giaceva più in basso, sulle rive del fiume principale. Non era l’unica proprietà del barone, ma senz’altro la più sicura e appartata, quella dove negli ultimi tempi, angustiato dai debiti e dalle crescenti ostilità – dei parenti, di alcuni nobili, di parte del clero – egli amava soggiornare, soprattutto ora che le scorribande militari erano definitivamente terminate e da quando la sua amata Giovanna d’Arco, di cui era fiero compagno d’armi, era stata messa al rogo, trascinandolo in uno stato di dolore e scriteriato abbandono. Aveva militato a lungo, per conto del re di Francia, con valore e onori. Il nobile lignaggio lo aveva messo in vista presso il sovrano,



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