I bambini del mercato by Il mercato dei bambini

I bambini del mercato by Il mercato dei bambini

autore:Il mercato dei bambini [bambini, Il mercato dei]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Elliot
pubblicato: 2021-06-06T16:00:00+00:00


XXXIX

Il nostro soggiorno a Washington era giunto al termine e la campagna presidenziale era iniziata. Io stavo costruendo a Chicago un isolato destinato ad attività commerciali, ma l’operazione si era ingarbugliata a causa delle condizioni di lavoro: in tutto il Paese si protestava per ottenere la giornata lavorativa di dieci ore ed erano stati indetti molti scioperi, soprattutto nell’Est.

Decidemmo di tornare a Chicago passando per New York. Dorothy temeva che Mammy e Jenny venissero rapite lungo la strada: c’erano in giro dei disperati che sequestravano neri al Nord per venderli al Sud, era diventata una cosa frequente come rapinare una banca o rubare un portafoglio da una tasca. Tenemmo pertanto sempre d’occhio Mammy e Jenny e a New York prendemmo insieme una carrozza, il che era reso necessario anche dal fatto che ai neri non era permesso di usare i tram.

La città aveva allora mezzo milione di abitanti, ma io ritrovai i vecchi posti, come ad esempio il Niblo’s Garden, e camminai di nuovo verso Washington Square, da dove avevo imboccato la mia strada solitaria tanti anni prima. Lasciando il nostro bambino, Reverdy, con Mammy e Jenny alla Astor House, io e Dorothy passammo molto tempo a visitare la città.

Broadway era una delle nostre mete predilette. Sebbene fosse malamente pavimentata e poco illuminata di notte, era sempre una scena di notevole fascino. Era la grande promenade. Omnibus, carrozze e veicoli di ogni sorta la percorrevano tutto il giorno. Gli equipaggi delle carrozze, che ostentavano ogni tipo di lusso, erano lacchè in livrea. C’erano folle di stranieri e ragazzi e ragazze vestiti di stracci che vendevano fiammiferi e giornali. New York aveva anche il suo giornale popolare1.

Andavamo a Broadway al mattino presto, quando i lavoratori si accalcavano per raggiungere le proprie attività, all’ora di pranzo, quando i banchieri si affrettavano verso Wall Street e gli avvocati si recavano in tribunale o nei loro uffici a Nassau e Pine Street. Nel pomeriggio, signore riccamente abbigliate, dandy e fannulloni affollavano i marciapiedi. Erano tutti vestiti all’ultima moda: sete meravigliose, mantelli di ermellino, pellicce, piume, splendidi abiti di tutti i tipi. L’oro era stato scoperto in California, e le cessioni messicane e l’Oregon si facevano sentire anche a Broadway. Nei negozi erano in vendita articoli da ogni parte del mondo. C’erano negozi di perle per signore, sale di lettura per signore e piste da bowling per signore.

Andammo nei nuovi quartieri residenziali, come La Fayette Place, Waverly Place, Washington Square e la Fifth Avenue. Scendemmo al Battery, da cui avevo guardato con occhi solitari le navi e la baia quindici anni prima. I velieri stavano cedendo il passo ai piroscafi. Era in porto il Canada delle linee Cunard, lungo ottanta metri, duemila cavalli vapore e una velocità di undici nodi all’ora. Dappertutto incontrammo i poliziotti di New York, che avevano preso il posto della guardia notturna del 1833. Erano in uniforme: avevano ingaggiato una lotta contro le divise sulla base del principio che tutti gli uomini sono liberi e uguali e che loro non sarebbero stati lacchè in livrea, ma avevano dovuto arrendersi.



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