I cavalieri dei Gabala by David Gemmell

I cavalieri dei Gabala by David Gemmell

autore:David Gemmell [Gemmell, David]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Editrice Nord
pubblicato: 2013-02-12T16:00:00+00:00


Nonostante il pesante mantello, i guanti di pelle di pecora, due paia di gambali di lana e gli stivali foderati di pelo, Errin stava patendo terribilmente il freddo. Ormai da due giorni stava seguendo Ubadai attraverso la foresta gelata, mentre procedevano a passo lento per timore di azzoppare o di ferire i cavalli. Alcune piste, semplici da percorrere in piena estate, erano diventate trappole mortali per i cavalieri, con le pietre coperte di ghiaccio, le buche nascoste parzialmente dalla neve e gli alberi così appesantiti dalle nevicate che rischiavano di crollare al minimo alito di vento. Per tutta la prima giornata Ubadai non aveva aperto bocca; quando si erano accampati aveva acceso un fuoco vivace, poi si era arrotolato nelle coperte e aveva dormito fino all'alba. Errin sapeva che il Nomade era furioso e si sentiva in buona parte colpevole per questo, in quanto aveva liberato Ubadai e adesso lui non aveva nessun motivo per seguirlo incontro al pericolo... come non aveva avuto nessun motivo neppure per tornare nella fortezza di Matcha la fine di salvare il suo antico padrone. Era una cosa sconcertante.

La mattina del terzo giorno il cielo si schiarì ed Errin sollevò lo sguardo verso il sole che saliva nel cielo.

«Da che parte ci dirigeremo oggi?» domandò ad Ubadai, mentre questi arrotolava le coperte e le legava alla sella del suo cavallo. Il Nomade indicò una pista fra gli alberi.

«Ma da quella parte c'è l'est, vero?» osservò Errin, e quando il suo compagno annuì in silenzio esclamò: «Oh, avanti, Ubadai, parlami! Perché ci stiamo dirigendo ad est?»

Il Nomade grugnì qualcosa di incomprensibile e infine si girò verso Errin.

«Niente tracce, giusto? Dappertutto neve fresca. Nessuna possibilità di trovare la donna. Torniamo indietro.»

«Dovremmo cercare un po' più a lungo... siamo partiti da appena due giorni.»

«Questa è ricerca. Due scelte. Quegli uomini sono buoni o cattivi, giusto? Se buoni continuano a sud vicino alla Strada Reale. Se cattivi tornano indietro. Aspettano che Cartain parta, consegnano la donna al Porto di Pertia quando arriva la flotta, giusto? Se sono buoni li abbiamo persi. Se sono cattivi credo che andranno da questa parte.»

«È soltanto una supposizione» gli fece notare Errin.

«Sì, ma io sono un cercatore di tracce, non un mago. Il primo giorno viaggiano verso est... non c'è buona ragione per questo.»

«Come lo sai?»

«Ricordi ieri la grotta dove abbiamo riposato? C'erano i resti di due fuochi e tracce di tre persone... una con piedi piccoli ma passo lungo. Soltanto tre persone, allora perché due fuochi? La donna siede in disparte.»

Errin scrollò le spalle. Era un misero indizio su cui basare le ricerche, ma era Ubadai a dirigere le operazioni.

«Non ti va di essere qui, vero?» domandò, montando in sella.

Ubadai montò a sua volta e gli rivolse un sorriso acido, accennando alla pista ghiacciata.

«A te va di essere qui?»

«Non era questo che intendevo. Per me è un dovere, ma perché tu hai acconsentito a venire? Perché sei tornato a Matcha a prendermi?»

«Forse molto stupido» borbottò Ubadai, facendo avviare la sua cavalcatura.

Cavalcarono per due



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