I dadi giocano a Dio? by Ian Stewart

I dadi giocano a Dio? by Ian Stewart

autore:Ian Stewart
La lingua: ita
Format: epub
editore: Einaudi
pubblicato: 2020-05-10T12:00:00+00:00


Per quanto riguarda il clima, ci serve solo un modello dei lenti cambiamenti a lungo termine di una media mobile su 30 anni. Per i cambiamenti del clima, dobbiamo anche modellare il legame tra quelli a lungo termine e le circostanze che variano, come la quantità di gas serra aggiunta dall’attività umana. Non è affatto facile, perché il sistema climatico è molto complesso e il modo in cui reagisce non sempre palese. Temperature piú calde possono creare piú nuvole, che riflettono una maggior percentuale del calore che arriva dal Sole. Fanno anche fondere piú ghiaccio e l’acqua scura che lo sostituisce può riflettere meno calore in arrivo dal Sole. La vegetazione cresce in modo diverso quando i livelli di CO2 sono piú alti, il che potrebbe rimuovere piú CO2, e quindi il riscaldamento potrebbe in una certa misura correggersi da solo. (I risultati piú recenti fanno ritenere che inizialmente l’aumento della CO2 porti a una maggior quantità di vegetazione, ma purtroppo questo effetto scompare dopo una decina d’anni). I modelli devono fare del loro meglio per integrare tutti gli effetti importanti di questo tipo.

I modelli del clima (e ce ne sono molti) prendono in considerazione direttamente i dati climatici, non dati meteorologici su scala piú fine. Vanno dal semplicissimo allo straordinariamente complesso. I modelli complessi sono piú «realistici» e incorporano piú nozioni di fisica dei movimenti atmosferici e altri fattori pertinenti. I modelli semplici si concentrano su un numero limitato di fattori; il loro vantaggio è che sono piú facili da capire e da elaborare. Un realismo (e quindi un livello di complessità) eccessivo non dà sempre risultati migliori, ma è sempre piú pesante dal punto di vista computazionale. Lo scopo di un buon modello matematico è quello di conservare tutte le caratteristiche importanti lasciando fuori complicazioni inutili. Come si dice abbia affermato Einstein: «[Le cose] vanno semplificate piú possibile, ma non di piú»9.

Per darvi un’idea della questione, descriverò per grandi linee un tipo di modello climatico che mira a comprendere il modo in cui la temperatura globale media cambia nel corso del tempo, nel passato e nel futuro. In prima approssimazione, è semplicemente contabilità: l’energia termica che si accumula in un anno è la differenza tra le entrate energetiche – provenienti per lo piú dal Sole, ma potremmo per esempio tener conto anche del contributo dei vulcani – e le spese: il calore irradiato o riflesso dal pianeta. Se le entrate superano le spese, il pianeta diventerà piú caldo; in caso contrario si raffredderà. Dobbiamo anche tener conto dei «risparmi»: calore immagazzinato da qualche parte, forse temporaneamente. È una forma di spesa, ma può tornare a crearci problemi se la convertiamo in un’entrata.

Le entrate sono (abbastanza) semplici. La maggior parte viene dal Sole; sappiamo quanta energia irradia il Sole e possiamo calcolare quanta parte colpisce la Terra. È la spesa la parte piú problematica. Ogni corpo caldo irradia calore e sono note le leggi fisiche di questo processo. È qui che entrano in gioco i gas serra (principalmente anidride



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