I Diciannove Angeli by Zoë Ferraris

I Diciannove Angeli by Zoë Ferraris

autore:Zoë Ferraris [Ferraris, Zoë]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: General, Fiction
ISBN: 9788858508763
Google: GRdPJLE7RhsC
editore: Edizioni Piemme
pubblicato: 2013-04-08T22:00:00+00:00


25

«Vi ricordate del pedofilo?» chiese Shaya.

Erano nell’ufficio di Ibrahim con i tenenti Daher, Abdullatif e Zunedh. Ibrahim era seduto alla sua scrivania. Non li aveva convocati lui; erano entrati alla spicciolata dopo la riunione, agitati.

«Quale?» chiese Daher sprezzante.

«Quello che è stato decapitato. Credo sia successo l’anno scorso. Lo avevano preso a Hail.»

«Sì, sì, me lo ricordo.» Daher si appoggiò contro il muro.

«Be’, stavo pensando» disse Shaya. «Quello stuprava i ragazzini e poi li lasciava nel deserto. Era un serial killer, proprio come il nostro. Ed era un saudita.»

Nessuno rispose.

«Era giovane, quel tizio» proseguì Shaya. «Ventidue anni, mi pare. E uno dei certificati stranieri diceva che aveva una malattia psichiatrica, ma lo abbiamo giustiziato lo stesso.»

«E abbiamo fatto bene» disse Daher. «Cosa cambia se aveva una malattia? Stava ammazzando della gente. Ragazzini! Pensaci, amico.»

«Pensare a cosa?» chiese Abdullatif. «Non aveva il controllo delle sue azioni. Era pazzo. Shaya ha ragione. Avrebbero dovuto capirlo e mostrare un po’ di pietà.»

«E le famiglie?» chiese Daher. «I loro figli sono morti.»

«Uccidere quel pazzo non li ha certo riportati in vita» disse Abdullatif seccamente, chiudendo il discorso. Si voltarono verso Ibrahim, nel caso volesse intervenire. Gli sarebbe piaciuto dire ai suoi uomini che certamente il paese aveva i suoi serial killer, e che tutta la loro frustrazione sulla questione rivelava che erano giovani e ingenui, e che non c’era una risposta valida e univoca alla questione della pena capitale.

«Quindi ora sappiamo che il nostro assassino è intelligente» disse Ibrahim. «O meglio, crede di esserlo, dal momento che scrive messaggi tramite le posizioni dei cadaveri.»

«E che messaggio» disse Shaya. «È completamente malato.»

«Ma non è un pazzo totale» disse Daher. «Se lo fosse, sarebbe più facile catturarlo, come l’assassino di Hail.»

«Ci sono voluti comunque quattro anni» si intromise Ibrahim.

«La dottoressa Becker ha detto che gli assassini tendono a scegliere le vittime all’interno del loro stesso gruppo etnico» disse Daher.

«Tendono, non è una regola» disse Ibrahim.

«Lo so» rispose Daher. «E non è che la cosa mi turbi. Shaya ha ragione. Abbiamo anche noi i nostri assassini. Ma stiamo cercando di creare il profilo di questo tizio, giusto? Dovremmo cercare di scoprire da dove viene.»

«Certo» disse Ibrahim «ma in assenza di prove, dobbiamo tenere la mente aperta a tutte le ipotesi.»

«Mi stavo chiedendo: chissà se avevano a suo tempo fatto arrivare un profiler dell’FBI per il caso di Hail» chiese Zunedh. Era il più silenzioso degli agenti, dolorosamente timido. Fu una sorpresa quando parlò. Arrossì immediatamente per l’imbarazzo.

«Sì, ben detto» sottolineò Daher. «Perché, ce ne serve uno, adesso?»

Eccola, finalmente, la vera fonte di agitazione e frustrazione: perché ci sono delle donne che lavorano a questo caso? Ibrahim lo aveva sospettato, ma aveva sperato di sbagliarsi.

«Smettetela di lamentarvi» disse. «Siamo fortunati ad avere la dottoressa Becker qui, e siamo fortunati che la signorina Hijazi abbia notato lo schema. Mi aspetto lo stesso tipo di talento da tutta la mia squadra.»

La rabbia di Daher montò di nuovo. Impallidì.

Mentre li guardava uscire e tornare ai singoli incarichi, Ibrahim cominciò a preoccuparsi. Era



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