I grandi miti greci by Luciano De Crescenzo

I grandi miti greci by Luciano De Crescenzo

autore:Luciano De Crescenzo
La lingua: ita
Format: azw3, mobi, epub
editore: Mondadori
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


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Minosse e compagnia bella

Un giorno la regina Pasifae, parlando con alcune amiche, disse: «Francamente del sesso non m’importa proprio nulla. Fosse per me, ne farei a meno». Non l’avesse mai detto: Afrodite, punta sul vivo, la trasformò subito in una ninfomane e da quel giorno la poverina non ebbe più pace: insoddisfatta delle prestazioni sessuali del marito, cominciò a tradirlo un po’ con tutti, con i cortigiani, con gli ospiti di passaggio e perfino con i soldati della guardia; in altre parole, come vedeva un maschio, gli saltava addosso. Nel frattempo, però, a Creta il re Minosse, marito di Pasifae, l’aveva fatta grossa: aveva promesso a Poseidone, nel giorno della sua festa, di sacrificargli il più bel toro dell’isola, e il Dio, per metterlo alla prova, gliene fece arrivare uno dal mare, bellissimo, tutto bianco, che di notte luccicava come se dentro avesse avuto una luce. Vista l’eccezionalità dell’animale, Minosse non se la sentì di ucciderlo, e affinché Poseidone non se ne accorgesse, lo nascose nei giardini del palazzo reale. Aveva fatto i conti, però, senza i bollori della moglie, la quale, vuoi per le maledizioni di Afrodite, vuoi per quelle di Poseidone, finì con l’innamorarsi del toro.

Il primo incontro tra la bella e la bestia, diciamo la verità, non fu eccezionale, anche perché, se era vero che a Pasifae piaceva il toro, non era altrettanto vero il contrario: ai tori, infatti, come è noto, piacciono le vacche, e Pasifae era sì una bella donna, ma non rassomigliava affatto a una vacca. Amareggiata dal rifiuto, la regina chiese allora aiuto a Dedalo, l’architetto di casa reale, e il grande artista le costruì una vacca di legno, completa di corna, pelliccia e zoccoli, entro la quale la regina avrebbe potuto comodamente posizionarsi (comodamente si fa per dire). Per maggiori dettagli, comunque, rimandiamo i lettori al dipinto di Giulio Romano, custodito nel Palazzo del Tè di Mantova, dove per l’appunto si vede la vogliosa regina entrare nei panni della vacca. Dedalo, infatti, le aveva confezionato

una bellissima vitella di legno, vuota nel di dentro e coperta dal di fuori da una pelle di vacca, per poi esporla su un prato ove quel toro era solito pascolare…

(Apollodoro, Biblioteca III, 1, 4)



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