I miti di Platone (Italian Edition) by Platone & Franco Ferrari

I miti di Platone (Italian Edition) by Platone & Franco Ferrari

autore:Platone, & Franco Ferrari [Ferrari, Franco]
La lingua: ita
Format: mobi
editore: RIZZOLI LIBRI
pubblicato: 2013-11-05T00:00:00+00:00


T.12 IL GOVERNO DEI DEMONI

(Leggi, IV 712 E - 714 B)

Nota introduttiva

L’idea che un sistema legislativo ben regolato ed eticamente orientato debba fondarsi in qualche modo sull’appello alla divinità costituisce uno dei motivi centrali delle Leggi (cfr. anche T. 25). Nel IV libro lo Straniero di Atene espone un’altra versione del mito dell’età di Crono (cfr. T. 10), allo scopo di dimostrare che le costituzioni umane, proprio per la loro natura autonoma, non sono in grado di garantire un governo finalizzato al bene. Le costituzioni umane, sia monarchiche che democratiche, rischiano inevitabilmente di servire solo gli interessi di chi governa a scapito dell’intera comunità; secondo l’Ateniese, solamente un governo in cui il potere provenga dalla divinità, e sia dunque eteronomo rispetto alla comunità umana, garantisce il raggiungimento della felicità e del benessere collettivi.

A dire il vero, il mito presenta una serie di formidabili problemi interpretativi, spesso trascurati dagli studiosi, i quali sembrano generalmente propensi a sorvolare sull’importanza di questa e di altre riflessioni risalenti all’ultimo Platone. Una difficoltà rilevante concerne, ad esempio, il fatto che qui Platone pare orientato a considerare sostanzialmente impossibile un governo autonomo degli uomini e comunque a preferirgli un potere eteronomo, fondato su basi teologiche, mentre altrove, ad esempio nella Repubblica, la città ideale sembra in larga misura fondarsi sul governo degli uomini. Inoltre, a differenza che nel grande mito del Politico (cfr. T. 10), l’età di Crono viene qui descritta come un’epoca in cui gli uomini possono effettivamente acquisire giustizia e virtù.

Va immediatamente precisato che, secondo il mito esposto dall’Ateniese, non è Crono a governare direttamente gli uomini, dal momento che egli affida ai demoni, ossia a delle divinità intermedie, il compito di esercitare il comando (in verità anche in T. 10 Crono distribuiva parte dell’amministrazione del mondo ai demoni). Il tipo di governo da essi attuato rappresenta una sorta di modello al quale il progetto di fondazione della città che gli interlocutori del dialogo sviluppano dovrebbe conformarsi, cercando nei limiti del possibile di imitarlo. Merita di venire segnalato l’elenco dei beni che il governo dei demoni garantisce agli uomini: si tratta di una mescolanza formata da beni generalmente associati all’età dell’oro, come pace e prosperità, e da beni caratterizzati in senso politico, come rispetto o pudore (aidôs) e giustizia (dikê), che già nel mito del Protagora definivano la virtù politica (cfr. T. 08). Altrettanto significativo è poi l’implicito ricorso alla medesima etimologia del termine eudaimonia, ossia felicità, esposta in Timeo, 90 A, dove il vocabolo veniva messo in relazione alla presenza di un buon demone, appunto eu daimôn (cfr. T. 21)

La differenza nei confronti del Timeo consiste nel fatto che qui il demone risulta esterno, appunto eteronomo, rispetto agli uomini, mentre nel dialogo sulla natura esso andava identificato con la ragione (o l’intelletto) del singolo individuo. Tuttavia, se si esaminano con attenzione le affermazioni contenute nel mito di Crono, ci si rende conto che anche in questo caso il riferimento a un principio intrinseco all’anima non manca. L’Ateniese osserva infatti che «assecondando quanto vi è di immortale in noi .



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