I miti greci by Robert Graves

I miti greci by Robert Graves

autore:Robert Graves [Robert Graves]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Longanesi & C.
pubblicato: 2014-01-07T23:00:00+00:00


110. I figli di Pelope

Grata a Era che aveva facilitato le sue nozze con Pelope, Ippodamia ordinò a sedici matrone, una per ogni città dell’Elide, di aiutarla a organizzare i Giochi di Era. Ogni quattro anni, da allora, le Sedici Matrone, e le matrone che a loro succedettero, hanno intessuto un manto per Era e celebrato i giochi; tali giochi consistono in una gara di corsa tra vergini di diverse età, con un handicap stabilito a seconda degli anni: le più giovani partono in testa. Tutte le concorrenti indossano tuniche corte fino al ginocchio; hanno il seno destro scoperto e i capelli sciolti sulle spalle. Cloride, l’unica figlia superstite di Niobe, fu la prima vincitrice della gara. Il percorso copre i cinque sesti del circuito di Olimpia. Il premio è un ramo di olivo e una parte della vacca sacrificata a Era; la vincitrice ha inoltre il diritto di innalzare una statua a se stessa.1

Le Sedici Matrone un tempo fungevano da mediatrici nelle contese tra gli abitanti di Pisa e gli Elei. Ora istruiscono anche due gruppi di danzatrici, l’uno in onore di Ippodamia, l’altro in onore di Fiscoa di Elide. Fiscoa ebbe da Dioniso un figlio, Narceo, famoso guerriero che fondò il santuario di Atena Narcea e fu il primo Eleo a onorare Dioniso. Talune delle sedici città primitive non esistono più e le Sedici Matrone vengono ora elette tra le otto tribù dell’Elide, un paio per ciascuna. In qualità di arbitri si purificano, prima dell’inizio dei giochi, col sangue di un maiale e con acqua attinta alla fonte Pieria, che il pellegrino oltrepassa percorrendo la via tra Olimpia ed Elide.2

Si dice che da Pelope e Ippodamia siano nati i seguenti figli: Pitteo di Trezene; Atreo e Tieste; Alcatoo (ma non l’Alcatoo ucciso da Enomao); l’Argonauta Ippalco, Ippalmo o Ippalcimo; Copreo l’araldo; Scirone il bandito; Epidauro l’Argivo, a volte detto figlio di Apollo;3 Plistene; Diante; Cibosuro; Ippaso; Cleonte; Argeo; Elino; Astidamia, che taluni dicono madre di Anfitrione; Lisidice, la cui figlia Ippotoa fu portata da Posidone nelle isole Echinadi e colà diede alla luce Tafio; Euridice, che taluni dicono madre di Alcmene; Nicippa; Antibia;4 e infine Archippe, madre di Euristeo e di Alcione.5

Gli abitanti di Megara, per cancellare il ricordo di come Minosse conquistò la loro città e per far credere che a re Niso era succeduto in modo pacifico il genero Megareo, e a costui il genero Alcatoo, figlio di Pelope, dicono che Megareo ebbe due figli e il maggiore di essi, Timalco, fu ucciso ad Afidna quando i Dioscuri invasero l’Attica, mentre il minore, Evippo, fu divorato dal leone del Citerone; Megareo allora promise la mano di sua figlia Evacme, e il trono di Megara, a chiunque vendicasse la morte di Evippo. Alcatoo uccise il leone e, divenuto re della città, innalzò un tempio ad Apollo Cacciatore e ad Artemide Cacciatrice. Vero è invece che Alcatoo giunse dall’Elide a Megara subito dopo la morte di Niso e il saccheggio della città; che Megareo non regnò mai in



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