I nostri occhi sporchi di terra by Dario Buzzolan

I nostri occhi sporchi di terra by Dario Buzzolan

autore:Dario Buzzolan [Buzzolan, Dario]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Baldini+Castoldi
pubblicato: 2021-05-29T14:41:08+00:00


«Le faccio male?»

Maddalena non era sicura di avere capito la domanda. Le sembrava di non sapere più niente. Ricordava soltanto di essere arrivata davanti alla villa dei Giuliani, a Cortona, e di avere suonato. Dopo qualche secondo si era schiusa una finestra, e dal buio una voce che pareva non umana aveva gridato va’ via.

«Per favore», aveva detto Maddalena. «Non voglio disturbare. Ho solo bisogno di sapere…»

Tutto era accaduto in un attimo. C’erano stati prima un sibilo e un colpo sordo sull’asfalto, a pochi metri da lei; poi una specie di lampo, e un dolore acuto. Si era messa a correre, istintivamente, con il caldo del sangue che le colava sul viso e sul collo, inseguita dalle scosse elettriche di altre pietre che le piovevano addosso.

Poi aveva trovato quel bar, era entrata e aveva chiesto aiuto.

«Vuole che andiamo al pronto soccorso?» disse la donna che l’aveva medicata. «Il sangue si è fermato, però…»

«Non si preoccupi. È già stata già abbastanza gentile.»

«Adesso mi spiega che è successo?»

Cercò di riordinare le idee. «Quella gente mi ha… Volevo solo chiedere una cosa… un’informazione… ma sono dei pazzi… una famiglia di pazzi…»

La donna cambiò espressione. «Famiglia. Di chi sta parlando?»

«I Giuliani. Io volevo soltanto…»

«Va bene. L’ho medicata. Adesso per cortesia se ne vada.»

Maddalena si guardò intorno. Nel piccolo bar c’erano altri quattro clienti, immersi fino a un istante prima in una partita a carte. Ora si erano bloccati e la fissavano.

«Ho detto qualcosa di sbagliato?»

«Signora», disse la donna, «se lei ha a che fare con quella gente, non abbiamo niente da dirci.»

«Ma io nemmeno li conosco.»

«Però è andata a cercarli. Ci sarà pure un motivo. Faccia il favore», e indicò la porta.

Maddalena incassò altri sguardi cupi, capì che era meglio andare.

Alla stazione comprò un biglietto per Roma e consultò il tabellone delle partenze. Doveva aspettare quasi un’ora. Raggiunse l’edicola, scelse un rotocalco pettegolo, si mise a sfogliarlo su una panca. Al terzo scandalo, un uomo le si sedette accanto.

«Buongiorno.»

Maddalena vide che era un vecchietto esile, con capelli bianchi lisci e radi, una strana cravatta di pelle, naso un enorme bulbo e occhi mobilissimi, simpatici.

«Ero al bar, poco fa, non so se si ricorda. Giocavo a carte.» Si grattò la barba coriacea, mal rasata. «Cosa sta facendo?»

«Leggo. E aspetto di andarmene. Qui l’ospitalità non è un granché.»

«Deve capirci. Quelli sono dei maledetti. Cosa vuole da loro?»

«Informazioni.»

«Su che?»

«Sull’Uomo bestia.»

Il vecchio spalancò gli occhi, si alzò e si allontanò. Maddalena lo vide tornare qualche minuto più tardi, risedersi mesto e imbarazzato.

«Io dico che certa gente andrebbe solo dimenticata. Ma se proprio ci tiene, e le va di fare un po’ di chilometri, ho un nome da darle. Giuseppe Porro, da Torreamare, provincia di Bari. Lui su Vomere sa tutto quel che c’è da sapere» Si guardò intorno. «Però non lo dica a nessuno. Per carità.»

«Perché mi aiuta?»

«Perché lei assomiglia alla mia bambina qualche anno fa.»

«Sua figlia.»

L’uomo fece un cenno affermativo con il capo.

«Dov’è adesso?»

«Sposata con un bischero. Chi l’ha più vista.» La salutò toccandole una spalla, si allontanò rapido.



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