I pesci rossi nascono sulle stelle by Fabrizio Sclavi

I pesci rossi nascono sulle stelle by Fabrizio Sclavi

autore:Fabrizio Sclavi [Sclavi, Fabrizio]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788851052423
editore: MONDADORI
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


Germania capitolo secondo

Dietrofront, si torna in Germania. Questi tedeschi non possono fare a meno di me e io di loro. Due anni di purgatorio a Milano e poi il direttore tedesco di “Männer Vogue”, il giornale per gli uomini veri, mi richiama all’ordine.

Torno a München, questa volta in aereo. Ancora un trasloco, un andirivieni del mio letto, delle mie barche e dei miei quadri. Roberto si è un po’ stufato dei miei falsi movimenti, e di dover riportare in Germania quello che aveva riportato da poco a Milano. Grande amore con Roberto ma stare lontani, con in mezzo le Alpi, fa bene al nostro rapporto.

Nuovo inizio in Condé Nast Verlag, questa volta incaricato di traghettare gli interessi degli uomini verso “GQ” con una qualifica stabile: sono il direttore moda per il lancio della rivista. Lavoro ancora con i miei amici Kaja e Stephan. Entra a far parte del nostro gruppo anche Kai, il bel ragazzino che parla anche l’italiano. Bisogna fargli tagliare i capelli, lunghissimi non per protesta o per moda ma per recitare la parte del palafreniere nelle passeggiate storiche bavaresi. Ci divertiamo molto, io tiro fuori il lato migliore del mio caratteraccio. Ora, il dilemma, dove posso stare di casa?

In albergo, come Coco Chanel e anche Hemingway. Così evito a Roberto lo stress di dover movimentare le mie barchette. Una settimana in un hotel vicino all’ufficio, carino, ma non mi piace, non è male l’ascensore che porta me e la mia automobile in garage (film da paura, un gioco di precisione per centrare la porta basculante), ma le camere per gli umani non vanno bene.

Stephan e Margit mi portano a far merenda sul lago Starnberger a Feldafing. C’è lì un albergo, è il rifugio dove l’imperatrice Sissi andava a riposarsi, a respirare aria buona e a trovare il cugino Ludwig. L’hotel Kaiserin Elisabeth. Una bella villona di pietra e legno, gran giardino di rose e ortensie, grande prato verdissimo, vista sul quel lago che ha visto la morte di Ludwig e dove c’è piantata nell’acqua la croce che ricorda il suo sventurato destino. In giardino una statua di pietra, in grandezza naturale: è Sissi, bella, con lo sguardo sognante. Da questo momento io sono Ludwig, immagino le scorrazzate che il re di Baviera faceva con i suoi bei cavalieri, con la carrozza lanciata a tutta velocità sul ghiaccio illuminato dalle lanterne.

Sono tornato nella mia amata Germania, nel mio paese del bengodi e delle favole. Là dove ora, a fine estate, tutto è colorato di rosso intenso e sull’acqua verde scivolano piccole barche con la vela bianca.

Rientro a casa, anzi in albergo. Nell’ingresso mi aspettano sempre le due proprietarie, due signore mamma e figlia, con giacca bavarese e un bicchiere di vino in mano. Mi presentano Friedrich, un enorme orso, forse imbalsamato, che mi guarda con i suoi occhi di vetro e mi sorride. Anche lui ha vicino un calice di vino, no grazie Friedrich, non mi piace il vino. Invece piace molto alla proprietaria e a sua mamma, sempre alticce e con le guanciotte rosse.



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