I Racconti di Canterbury (Italian Edition) by Geoffrey Chaucer

I Racconti di Canterbury (Italian Edition) by Geoffrey Chaucer

autore:Geoffrey Chaucer [Chaucer, Geoffrey]
La lingua: ita
Format: epub
Amazon: B0782529HH
editore: Bauer Books
pubblicato: 2017-12-09T00:00:00+00:00


rispettare tua moglie! Per tutte le sante ossa, prenderò io il coltello e tu ti metterai col fuso a filare!’. E così continua dal mattino alla sera: ‘Povera me!’ dice ‘proprio a me doveva capitare di sposare una pasta frolla, un babbuino vigliacco che si fa saltare in groppa da tutti! Non hai neppure il coraggio di sostenere i diritti di tua moglie!’… Ecco che vita è la mia, se non voglio litigare. E mi conviene prendere presto la porta, altrimenti sono spacciato, a meno che proprio io non diventi furente come un leone.

Ah, lo so, un giorno o l’altro mi farà accoppare qualche vicino, e allora sì che dovrò tagliare la corda! Perché io sono pericoloso con un coltello in mano, anche se poi non ho il coraggio di starle a fronte, ma, parola mia, ha certe braccia così grosse… provate a farle o a dirle qualcosa di storto! Ma lasciamo perdere questa faccenda. Messer Monaco!» disse «su, allegro, perché ora veramente tocca a voi narrare un racconto.

Guardate, siamo già quasi a Rochester. (3) Su, avvicinatevi col cavallo e non interrompete il gioco. Ma, accidenti, non ricordo il vostro nome. Come devo chiamarvi: messer don Giovanni o don Tommaso oppure don Albono? Di che famiglia siete per parte di padre?… Ti giuro, perdio, che hai una pelle ch’è una bellezza: dev’esserci un buon pascolo dalle tua parti, perché non hai l’aria d’un penitente o d’uno spirito; parola mia, tu sei qualche funzionario, qualche sacrista di merito o qualche cellerario.

Insomma, per l’anima di mio padre, secondo me, a casa tua sei un signore: mica un povero conventuale o un novizio, ma un rettore furbo e sensato. E sei anche ben piantato in carne ed ossa, un vero fusto. Che Dio mandi un accidenti a chi per primo t’ha messo in testa di farti frate: saresti stato un bel montapollastre! Se tu avessi la libertà, come ne hai il nerbo, di sfogarti nella voglia di figliare, ne avresti messo al mondo dei rampolli! Ah, ma perché cammini imbacuccato in quella palandrana? Che Dio mi fulmini, ma se fossi papa io, non soltanto te, ma tutti i maschi validi, anche se rapati con la tonsura, dovrebbero prender moglie. Altrimenti il mondo è bell’e spacciato. Gli ordini religiosi si sono presi tutto il grano della semina, e noi laici non siamo che dei granchi. Piante flosce danno germogli grami. Ecco perché i nostri rampolli sono così smilzi e fiacchi che manco sanno figliare bene; e le nostre mogli vogliono provare con i religiosi, perché con i pagamenti di Venere ci sapete fare meglio di noi: Dio sa che voi non battete mai moneta falsa. (4) Ma non avertene a male, messere, io scherzo. E tante volte nel gioco ho sentito dire la verità».

Il degno monaco prese tutto con pazienza, e disse: «Nei limiti dell’onestà, farò del mio meglio per narrarvi un racconto, o anche due o tre, se avrete voglia di ascoltarli. Vi racconterò la vita di Sant’Edoardo, (5) oppure vi reciterò prima alcune tragedie.



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