I semi del male by Autori Vari

autore:Autori Vari [Vari, Autori]
La lingua: ita
Format: epub
Google: -JhlBAAAQBAJ
editore: Rizzoli
pubblicato: 2014-09-29T22:00:00+00:00

3

All’ispettore Sebastiano Piras la scomparsa e la morte di Anna Benzi sembravano una grande citazione: come quando James Woods, verso la fine di C’era una volta in America, si avvia fuori di casa e sparisce dietro, dentro, al camion della spazzatura. Gli risultava talmente evidente questa consonanza che volle a tutti i costi che il collega Liuzzi guardasse la famosissima scena, con De Niro vecchio, che poi nel finale diventa giovane nella casa dell’oppio, comunque adesso è vecchio e James Woods è diventato un senatore che ha fatto carriera grazie alle cosche e si è illuso di poterle escludere dalla sua vita pubblica e ora deve pagare per quell’illusione… Infatti anche se sa che i killer lo stanno aspettando esce di casa come se avesse urgenza di fare due passi, fa qualche metro lungo il marciapiedi del suo curatissimo quartiere, viene affiancato da un grosso camion della spazzatura e quando il camion avanza lui non c’è più. È finito stritolato dalla lama a spirale. Anche lui.

«Intanto questo qua era vivo» contestò Liuzzi.

«Sì ma la scena è quella…»

«No che non è quella, Piras! La Benzi l’hanno uccisa, buttata in un cassonetto ed è finita nel camion dopo morta.»

Piras non replicò perché era chiaro che Liuzzi era di pessimo umore. La Merisi era stata invitata a riprendersi le ferie arretrate, giusto per non dire sospesa. L’inchiesta era passata, manco a dirlo, a Sogliani, che aveva già detto che a lui, Liuzzi, e al suo collega, Piras, li riteneva due incompetenti di cui il commissario si era fidato improvvidamente.

Piras la parola improvvidamente l’aveva subito cercata su Google, che, a sua volta, l’aveva rimandato a Grandi Dizionari dove scoprì che improvvidamente non è una parola ma un avverbio, e che il suo significato è proprio quello che si era capito da subito, anche solo dal suono, e cioè: in modo sconsiderato.

«Tu con questo computer hai rotto il cazzo» commentò Liuzzi. Lui si doveva occupare di montagne di pratiche noiosissime: liti tra condomini; sforamenti di confinanti… Roba che persino il cane della marchesa sembrava un caso eccitantissimo. «A che punto sei con questo cane?» domandò più per noia che per interesse.

«Mah» rispose Piras, «quella non trova il cane e si prende anche una multa, te lo dico io. Poi vediamo il sottosegretario come gliela cancella. Ma noi dobbiamo ancora spiegare che il microchip per i cani non è facoltativo, ma obbligatorio?»

Liuzzi disperatamente provò a interessarsi all’ennesimo dilemma di Piras, ma proprio non ce la faceva.

«Io vado fuori!» annunciò a un certo punto.

Piras si sgranchì la schiena prima di alzarsi anche lui. «Guarda che quello che stiamo per fare non lo possiamo fare» disse.

«Ah no?» glissò Liuzzi. «E cosa stiamo per fare?»

«Capire dagli informatori se ci sono novità sulla faccenda Benzi, di cui ci è stato imposto di non occuparci.»

«Sei acuto, Piras, ma noi mica ci stiamo occupando della faccenda Benzi, non è mica vietato farsi un giretto, è una così bella giornata…»

«Io tra l’altro avevo proprio pensato di andare a controllare come butta al canile municipale» affermò Piras indossando la giacca.

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