icerbox Bates fuoco by Unknown

autore:Unknown
Format: epub

Io alzo gli occhi, ma l’insegnante è accovacciata vicino a un banco in prima fila per spiegare pazientemente qualcosa e le schiene di tutti gli altri sono chine sui loro libri. Lo apro con mani tremanti.

Una chiave che può aprire molte serrature è definita una chiave maestra, ma una serratura che si fa aprire da molte chiavi è una serratura del cazzo.

In caso non l’avessi capita, metà del foglio è occupato da un disegno abbozzato di un uccello e delle palle, con una piccola linea tratteggiata che schizza fuori dall’alto. Sotto c’è una figura stilizzata in ginocchio, a bocca aperta, una pozza di liquido le esce dalle labbra e le scende davanti. Sopra la testa è scarabocchiato ANNA.

I disegni diventano sempre più osceni. Alla fine della lezione il mio banco è disseminato di aeroplani ripiegati. Uno riporta solo PUTTANA.

Precipito nella nebbia. Vorrei alzarmi e uscire, ma le gambe non mi rispondono. Anche dopo il suono della campanella impiego un’eternità per raccogliere i fogli, infilarli nello zaino e avvicinarmi alla porta. È come muoversi nella melassa.

Con lentezza, corridoio dopo corridoio, mi dirigo al mio armadietto. Dolorosi ricordi indesiderati riemergono. Lettere rosse. TROIA dipinto su uno sportello di metallo con una vernice color sangue. Tengo gli occhi sul pavimento il più a lungo possibile, ma alla fine arrivo e devo alzarli per digitare la combinazione. Trattengo il fiato e mi preparo al peggio.

Niente.

Un semplice armadietto grigio scuro come tutti gli altri. Nessuna scritta. Nessun segno minaccioso. Nessuna parolaccia. Sento un moto di sollievo. Il mio stomaco si rilassa piano piano mentre spalanco lo sportello.

Con un whoosh strisciante, qualcosa come minimo cinquecento preservativi in involucri lucenti si rovesciano fuori dal mio armadietto come una valanga. Precipitano ai miei piedi, scivolando lungo il pavimento e allontanandosi per il corridoio in tutte le direzioni. Gli studenti scoppiano a ridere, qualcuno si alza in punta di piedi per avere una visuale migliore. Prima di riuscire anche solo a decidere cosa fare, intravedo Ms Forsyth in fondo al corridoio, che parla con un altro insegnante e diretta proprio verso di me. Il sangue mi si gela: non posso permettere che un insegnante scopra tutto questo. Se la scuola lo sa, lo scoprirà la mamma e allora… non riesco neanche a finire il pensiero.

Disperata, cado in ginocchio e inizio a raccoglierne a grandi bracciate e a infilarli nello zaino. Mi scivolano tra le dita e mi finiscono sotto i piedi. Afferro tutti quelli che posso, li ficco a manciate di nuovo nell’armadietto, ma ce ne sono ancora dei mucchi che mi guardano lucenti dal pavimento e Ms Forsyth si sta avvicinando sempre di più. Non ce la farò. Mentre mi allungo di nuovo in preda al panico, l’insegnante con cui Ms Forsyth sta parlando si infila in un’aula e Ms Forsyth alza gli occhi, mi vede e sorride. Poi, in un orribile rallentatore, i suoi occhi si abbassano sui preservativi sparsi per terra e il volto passa rapido da un momentaneo divertimento a confusione e preoccupazione.

«Anna?» esclama con tono interrogativo.

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