icerbox Bonda Frank by Unknown

autore:Unknown
Format: epub

22

Hagalaz e la pazza

«Basta una persona o un pensiero

per cambiare la tua vita per sempre.»

«È pronto per questo? Può uscire, non ascoltare. Lasciare tutto così com’è. Senza cambiamenti» disse Amanita, quando la rappresentazione fu finita.

Già da un po’ Meyer aveva recuperato la lucidità della vista e la sensibilità nelle mani. I brividi erano scomparsi. Aveva una sensazione insolita, come se si sentisse dentro nuove forze e, come definirlo... Una freschezza? Sì, si sentiva fresco, quasi rinato.

Brecciolino e Amanita, con quella misteriosa mistura, erano riusciti ad annebbiarlo così bene che aveva isolato il suo cervello dal calderone dei pensieri ed era sprofondato in uno stato di inconsapevole beatitudine. Quando era tornato in sé, improvvisamente molte cose erano diventate chiare e semplici. Aveva capito: doveva cambiare punto di vista! “Avevo sbagliato, guardandola dall’esterno” si rimproverava. “Solo ora ho aperto gli occhi.”

Ormai era da un po’ di tempo che rovistare tra i segreti di Nina Frank aveva iniziato a piacergli. Ora doveva credere a tutte queste ciarlatanerie e fidarsi dei due extraterrestri. Nina Frank avrebbe fatto proprio così. Non c’era altra soluzione, se voleva riprodurre il suo modo di pensare, di agire. Tentare di avvicinarsi alla sua vita e andare in cerca degli eventi, dei traumi e delle emozioni di cui era stata piena. Allora avrebbe capito cos’aveva sentito quando aveva aperto la porta all’assassino e si era trovata a tu per tu con lui. Quando l’avrebbe saputo, avrebbe trovato la risposta alla terza domanda, quella cruciale: “Chi l’aveva uccisa?”.

Perché aveva assunto dei farmaci? La bibliotecaria diceva che era sull’orlo del suicidio. Durante la notte fatale, quante persone erano state in quella casa? Il dottor Z˙ urek aveva identificato impronte digitali appartenenti a quattro uomini. Ognuno di loro era stato da lei. A che scopo? Ormai si sapeva che c’erano più persone che si sarebbero rallegrate per la sua morte di quelle che avrebbero pianto. Perché? Meyer non credeva nella predestinazione, ma sembrava che da qualche parte fosse scritto che quella notte Nina Frank dovesse morire. Il luogo e il giorno della nostra morte erano già prestabiliti? Esisteva la vita dopo la morte? Un tempo, quando le conversazioni finivano su questi argomenti, Hubert scoppiava sempre a ridere.

«Il domani non esiste» dichiarava e si rifiutava di addentrarsi in considerazioni esistenziali. «Conta solo il qui e ora.»

Ma dopo la performance di Brecciolino e Amanita aveva iniziato a dubitare della sua teoria del “domani”. Scoprire che esistevano altre dimensioni, che fino a quel momento aveva considerato un mistero e piuttosto un sintomo di problemi psichici, invece che prove di una verità esoterica, aveva suscitato il suo entusiasmo. La sua visione del mondo era stata completamente rivoluzionata. Per un attimo gli era sembrato di andare indietro nel tempo.

Forse per questo non reagì quando il sensitivo gli diede del tu.

«Puoi uscire, non ascoltare. Lasciare tutto così com’è. Senza cambiamenti» ripeté Amanita.

«Vuoi uscire?» ripeteva insistente Brecciolino.

E Amanita aggiungeva: «Decidi tu. Noi capiremo».

Meyer fissava i due sassi con disegnati sopra una freccia e una H, gli unici a non essere stati scaraventati sul pavimento dall’energia evocata dall’astrologo.

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