icerbox Canziani paesaggio by Unknown

autore:Unknown
Format: epub

Le stesse ammissioni di disinteresse degli italiani per il loro paesaggio e di assenza di una cultura diffusa sono una costante in moltissimi altri interventi di quel convegno. Tra questi ricordiamo l’analisi lucidissima di Renato Bonelli nel suo Cultura e azione politica nella difesa del paesaggio, per cui “il contrasto fra edilizia paesaggio non è che un aspetto della frattura che si è prodotta nel mondo attuale e che oppone società a cultura”32 e la sintesi di Edoardo Gellner che afferma che le ragioni della distruzione del paesaggio non possono essere attribuite alla sola speculazione perché corresponsabile è l’indifferenza italiana se non addirittura il disdegno nei confronti della realtà naturale, che Gellner attribuisce da un lato alla tradizione classica che pone “i prodotti dello spirito al di sopra di ogni dato naturale”, dall’altro all’assenza di qualunque programma di studio destinato a formare gli architetti sul paesaggio e quindi, in sintesi, all’assenza di un’azione culturale per la creazione “di una più viva coscienza del paesaggio”33.

Dillon interviene nella discussione finale, ma non compare tra i relatori, come invece altri soprintendenti, apprendiamo però dalle sue stesse dichiarazioni che è tra gli artefici della relazione della sezione ligure, letta da Giuliano Forno.

Il ritratto è quello di una regione in cui la pianificazione non riesce ad essere efficace per una mancanza di coordinamento, di organicità e di coerenza. In una situazione descritta come sotto attacco di uno sfrenato sviluppo edilizio, con estese edificazioni, ampliamento dei complessi industriali e spopolamento delle campagne, la battaglia per la difesa dell’ambiente pare disperata. Perfino gli attori principali, Soprintendenza, INU e Istituto internazionale di studi liguri, non riescono a uscire dalle loro singole sfere di competenza e si trovano ad affrontare da soli le amministrazioni comunali, che non collaborano e che nella redazione dei piani regolatori “non sempre hanno dato vita a strumenti di difesa del paesaggio”34.

La soprintendenza ha redatto fino a quel momento solo quattro piani paesistici, tra cui solo quello di Nervi è stato approvato ed è vigente, mentre il piano della “zona dell’Imperatrice” a Sanremo è operante per accordo con l’amministrazione, pur senza essere diventato legge. Il piano del Promontorio di Portofino sta per diventare legge35, mentre quello di Bogliasco si è ridotto a norma di indirizzo a causa della opposizione dell’amministrazione comunale. Se i piani sono scarsi i vincoli invece sono numerosi nella fascia costiera e carenti solo nelle zone appenniniche e dell’entroterra. Malgrado ciò, il quadro tracciato non è rassicurante. Le nuove autostrade appaiono come una concreta minaccia. I nuovi insediamenti in zone ancora vergini della costa annoverano solo pochissimi casi positivi, tra cui viene citata solo la Colletta di Arenzano:

dove un organico piano permette di conservare i più importanti dati paesistici [e a cui] si contrappone la disordinata lottizzazione del capo di Bergeggi, lottizzazione che ha intimamente snaturato uno dei punti preziosi della costa sostituendo, ad un paesaggio aspro, un desolato quadro di villette, di muri di sostegno, di palme allineate, esempio qualificatissimo per mostrare quali pericolo possa nascere ogni volta che un non ordinato intervento edilizio aggredisca brutalmente una zona.

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