icerbox Gooch Mussolini by Unknown

autore:Unknown
Format: epub

Roatta prende il comando

All’inizio di gennaio 1942, il generale Roatta fece visita al teatro di guerra. Il suo bilancio della situazione fu fosco ma accurato. Le ribellioni in Slovenia, Croazia, Montenegro e Serbia non erano un unico fenomeno ma condividevano un unico ideale: erano tutti «anti-Asse». La rivolta era ormai una lotta comune contro il regime di occupazione e in quanto tale avrebbe continuato a crescere. Senza l’intervento di altri fattori, si sarebbe estinta «solo quando stroncata definitivamente la Russia ogni speranza sarà per i ribelli perduta». Occupare l’intera Croazia avrebbe richiesto altre cinque divisioni, ma in caso di caduta della Tripolitania tutte le divisioni sarebbero servite per difendere le coste italiane dai britannici e dal potenziale attacco americano. Le opzioni erano tre. L’Italia poteva unirsi a tedeschi, croati e bulgari in un’operazione congiunta per stanare i più importanti nuclei della ribellione dai loro nascondigli; o poteva costruire postazioni molto fortificate nelle seconde e terze zone che già occupava e inviare colonne veloci e ben armate per sottrarre l’iniziativa al nemico; o ancora poteva restare nella seconda zona, fortificare la linea delle Alpi Dinariche che ne segnava il confine ed eliminare gli elementi ostili al suo interno.53 Mussolini preferiva la prima alternativa.54 Roatta consigliava la terza, combinata a un’azione congiunta antipartigiana. Anche Cavallero preferiva la terza opzione, e voleva che fosse Roatta a eseguirla: un uomo nuovo per una politica nuova, oltre al fatto che con le sue lunghe assenze da Roma quell’uomo stava rallentando il lavoro dello stato maggiore.55 Il 19 gennaio 1942 Roatta prese il comando della II armata e Ambrosio divenne il capo dello stato maggiore dell’esercito. Ambrosio poteva adesso impartire ordini diretti a Roatta, ma questo non sarebbe durata a lungo. Il 7 maggio 1942, Cavallero creò un nuovo comando balcanico congiunto, lo battezzò Supersloda (copriva la Slovenia e la Dalmazia) e ne assunse lui stesso il controllo.

Cavallero non era tipo da tirarsi indietro al pensiero di ulteriori violenze nei Balcani. Durante gli anni 1938-39 in cui era stato comandante militare nell’Africa orientale italiana aveva abbandonato la politica vicereale di tentare negoziazioni politiche e avviato a più riprese aspre azioni repressive, culminate con quella nella caverna di Zeret nell’aprile del 1939, durante la quale erano stati gassati gli insorti e fucilati 924 «banditi».56 Dato che i partigiani stavano attaccando piccole colonne e guarnigioni isolate, Cavallero propose di concentrare le truppe italiane a difesa dei centri importanti e delle vie di comunicazione essenziali, come suggerito da Roatta ai tempi della sua visita d’ispezione. Prima però bisognava occuparsi dei partigiani. Verso la fine dell’anno si era discusso più volte di un’azione coordinata per ripulire la Croazia di occupazione italiana e la Bosnia orientale. Le tempistiche di un’operazione dipendevano dall’arrivo di ulteriori divisioni nei Balcani e questo era complicato perché le «divisioni di occupazione» di seconda classe andavano sostituite con divisioni normali che sarebbero poi partite per la Russia all’interno della nuova VIII armata. Non avrebbero potuto essere sul posto prima della fine di febbraio. Perciò il 15 gennaio i tedeschi procedettero da soli, rastrellando l’area di Sarajevo-Tuzla.

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