icerbox Orwell 1984New by Unknown

autore:Unknown
Format: epub
pubblicato: 2021-01-07T16:00:00+00:00

Capitolo 9

Winston era una massa gelatinosa per la fatica. “Gelatinosa” era la parola giusta, entrata nella sua testa spontaneamente. Sembrava che della gelatina il corpo avesse non solo la morbidezza ma anche la traslucidità. Aveva l’impressione che, se l’avesse alzata, sarebbe riuscito a vedere la luce attraverso la sua mano. Il sangue e ogni linfa vitale erano stati prosciugati da una enorme orgia di lavoro, che aveva lasciato solo una fragile struttura di nervi, ossa e pelle. Le sensazioni sembravano essersi dilatate. La tuta gli tormentava le spalle, il selciato gli solleticava i piedi, perfino aprire e chiudere una mano era uno sforzo che gli faceva scricchiolare le giunture.

In cinque giorni aveva lavorato più di novanta ore. E così chiunque altro al ministero. Adesso era tutto finito e lui non aveva letteralmente nulla da fare, nessun lavoro per il Partito di qualsivoglia genere fino all’indomani mattina. Poteva passare sei ore nel rifugio e altre nove nel suo letto. A passo lento, nella tiepida luce del sole pomeridiano, si avviò lungo una sordida via in direzione della bottega di Mr Charrington, con gli occhi ben aperti caso mai avesse incontrato una pattuglia, ma irrazionalmente convinto che quel pomeriggio nessun pericolo avrebbe interferito con lui. La pesante cartella gli sbatteva contro il ginocchio a ogni passo, procurandogli una sensazione di solletico su e giù lungo la gamba. Dentro c’era il libro, che era in suo possesso da sei giorni e lui non aveva ancora aperto – non gli aveva dato nemmeno un’occhiata.

Il sesto giorno della Settimana di Odio – dopo i cortei, i discorsi, le grida, i canti, gli striscioni, i manifesti, i film, le statue di cera, il rullio di tamburi e gli squilli di tromba, il passo cadenzato dei piedi in marcia, lo stridio di cingoli dei carri armati, il boato al passaggio degli aerei in formazione, il rimbombo dei fucili –, mentre il grande orgasmo si avviava tremante al culmine e l’odio di tutti per l’Eurasia si era arroventato al punto che, se la folla fosse riuscita a mettere le mani sui duemila criminali di guerra eurasiani che sarebbero stati impiccati pubblicamente l’ultimo giorno, li avrebbe senza dubbio fatti a pezzi, ebbene proprio in quel momento era giunto l’annuncio che l’Oceania non era in guerra con l’Eurasia. L’Oceania era in guerra con l’Estasia. L’Eurasia era un alleato.

Naturalmente nessuno ammetteva che c’erano sta­ti dei cambiamenti. Si era solo saputo, con estrema repentinità e ovunque nello stesso momento, che adesso il nemico era l’Estasia e non l’Eurasia. Quando era successo, Winston stava partecipando a una manifestazione in una delle piazze del centro di Londra. Era buio, e sia le facce bianche sia i vessilli scarlatti erano sinistramente illuminati a giorno. La piazza era colma di parecchie migliaia di persone, compreso uno sciame di un migliaio di scolari nell’uniforme delle Spie. Su un podio addobbato con un drappo scarlatto un oratore del Partito Interno, un ometto smilzo dalle braccia sproporzionatamente lunghe e con un grosso cranio calvo sul quale crescevano in ordine sparso alcune ciocche di riccioli flosci, stava arringando la folla.

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