icerbox Remarque fronteillu by Unknown

autore:Unknown
Format: epub

Le case in cui siamo acquartierati hanno vicino un canale…

Poiché senza permesso nessuno può passare sul ponte, questa notte attraverseremo semplicemente il canale a nuoto. Siamo in preda a un’agitazione che non ci dà tregua. Non riusciamo a stare fermi e così andiamo alla mensa, dove ci sono della birra e una specie di punch.

Beviamo il punch e ci raccontiamo inverosimili avventure d’amore. Ognuno di noi crede all’altro e aspetta con impazienza che finisca, per rincarare la dose. Le nostre mani sono irrequiete, accendiamo un sacco di sigarette, finché Kropp dice: «Potremmo portargli anche qualche sigaretta». Allora le mettiamo nei berretti e le conserviamo per loro.

Il cielo diventa verde come una mela acerba. Siamo quattro ma possiamo andare solo in tre: dobbiamo quindi liberarci di Tjaden. Gli paghiamo birra e punch finché barcolla. Quando si fa buio torniamo alle nostre baracche, tenendo Tjaden in mezzo. Siamo assetati di avventure; la brunetta magra è per me; abbiamo già fatto le parti e deciso.

Tjaden cade sul suo pagliericcio e russa. A un tratto si sveglia e ci guarda con un ghigno così furbesco che ci spaventiamo e temiamo di essere stati imbrogliati, e che tutto quel punch sia stato inutile… Ma poi ricade di nuovo e riprende a russare.

Ciascuno di noi tre prepara una bella pagnotta intera, e l’avvolge in un giornale. Uniamo le sigarette e tre buone porzioni di salsiccia che ci hanno distribuito stasera. È un regalo più che rispettabile.

Per il momento riponiamo il tutto negli stivali, che necessariamente dobbiamo portare con noi per non tagliarci i piedi con i fili e i cocci dell’altra riva. Poiché dobbiamo attraversare il canale a nuoto, sull’altra riva non avremo bisogno di vestiti. La notte è buia e non dobbiamo andare lontano.

Partiamo con gli stivali in mano. Scivoliamo rapidi nell’acqua e nuotiamo a dorso, tenendo alti sopra le nostre teste gli stivali con il loro contenuto.

Ci arrampichiamo cautamente sulla riva opposta, tiriamo fuori i pacchetti dagli stivali, che infiliamo. Stringiamo i pacchetti sotto l’ascella e, nudi, bagnati, con solo gli stivali addosso, ci avviamo di corsa. Troviamo subito la casa, al buio, tra i cespugli. Leer inciampa in una radice e si graffia i gomiti. «Non fa nulla» dice allegramente.

Le finestre sono chiuse da imposte. Giriamo intorno alla casa e tentiamo di guardare dalle fessure. Cominciamo a sentirci impazienti. Kropp all’improvviso esita: «E se ci fosse un ufficiale con loro?»

«Allora tagliamo la corda» ghigna Leer. «Il numero del nostro reggimento potrà leggerlo qui» e si dà una sculacciata.

La porta di casa è aperta. I nostri stivali fanno abbastanza rumore. Si apre una porta all’interno, filtra un po’ di luce, una donna spaventata dà un grido. Noi tentiamo: «Sst, sst, camarade, bon ami» e alziamo i nostri pacchi, supplicandola.

Ecco che spuntano anche le altre due donne, la porta si apre del tutto e la luce ci investe. Ci riconoscono, e tutte e tre ridono a crepapelle vedendoci così abbigliati. Si tengono la pancia dal gran ridere nella cornice luminosa della porta. Con quanta eleganza si muovono!

«Un moment».

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